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Crescita, coesione sociale, equilibrio ambientale, qualità del lavoro. Ma tutto guardando all’Europa, continente che negli eventi drammatici della guerra in Ucraina o in Israele solo per citare gli ultimi in ordine di tempo, deve esercitare «la propria influenza positiva», ricordando inoltre che «l’Italia non è un passeggero del treno Europa ma conduttore, un artefice insostituibile». Il presidente Sergio Mattarella nella cerimonia di premiazione dei Cavalieri del lavoro e dei 25 giovani Alfieri del lavoro nominati il 2 giugno scorso, tocca nel suo discorso molti temi che comunque sono «tutti interconnessi». Il progresso della società, tanto per cominciare, «non è mai la risultante esclusiva di decisioni assunte dai governi pro-tempore, ai vari livelli istituzionali», ha sottolineato aggiugendo che «a delineare il modello sociale, e la concreta qualità del vivere, sono prima di tutto le soggettività e le forze che compongono la società, che animano la sua economia, che interpretano ed elaborano la sua cultura, la sua etica civile».
Il lavoro
Il lavoro, fondamento della Repubblica e base della nostra Carta, ricorda il capo dello Stato, è «un tema che si connette, direttamente, a quello dell’essere cittadini, della cittadinanza». Un diritto-dovere in cui i temi di democrazia e libertà sono legati, che «concorre alla crescita materiale o spirituale della società». Ai giovanissimi che si sono distinti per i loro meriti scolastici e per i loro progetti futuri, Mattarella ricorda che sono «testimoni della capacità del Paese di raggiungere traguardi d’eccellenza, di saper innovare con creatività e coraggio, di competere sui mercati offrendo alta qualità, di creare lavoro, contribuendo alla crescita sociale. E la crescita, la coesione della società guarda al futuro». Perché è «il capitale sociale di un Paese la prima fonte di energia».
Un tema toccato poco prima nel suo intervento dal presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Maurizio Sella: «Noi Cavalieri del Lavoro agiamo per contribuire ad accrescere il 'capitale sociale' del nostro Paese perseguendo, innanzitutto, un buon lavoro». Poi virando sul tema dell’instabilità del contesto geopolitico Sella prosegue che «all'instabilità dello scenario globale dobbiamo rispondere con ancora maggiore impegno e visione europea. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una prova essenziale della nostra credibilità internazionale. Si contribuisce alla forza dell'Europa onorando innanzitutto i nostri impegni, con la puntuale attuazione di questo generoso strumento di rilancio, ma anche con i grandi contributi allo sviluppo e all'innovazione di cui il nostro Paese è capace».
Le imprese
Anche le imprese, oltre che i singoli, hanno comunque delle responsabilità. «Le imprese sanno, meglio di ogni altro, come la sfida europea non sia altro da noi. Come l’Italia non sia un passeggero del treno Europa del quale controllare i titoli di viaggio, ma ne sia uno dei conduttori, un artefice insostituibile», sottolinea Mattarella. La capacità, perciò, di indirizzare le risorse verso obiettivi strategici comuni, il potenziamento delle filiere europee del valore sono «fatti ed esperienze quotidiane dell’attività di governo e sono essenziali per affrontare le turbolenze, le sfide odierne».
L’ Europa
Senza dimenticare perciò, sia nella transizione ecologica che nello sviluppo tecnologico che occore ragionare maggiormante in chiave europea, su ognuno di questi temi. «Se l’Europa, talvolta, stenta a dispiegare la forza del suo insieme, la sua massa critica di risorse materiali e morali, di tecnologia e di creatività, di civiltà e di capacità - spiega il presidente della Repubblica - ciò è dovuto a una costruzione ancora incompleta, all’attardarsi in polemiche sterili sulla necessità di essere coesi e tempestivi, e non lenti e separati, a fronte dei problemi».
Ma ora la storia «ci chiama a un’ora di responsabilità». L’aggressione russa in Ucraina, il «barbaro attacco» di Hamas contro Israele con la spirale di violenze che si è perseguita, la destabilizzazione che rischia di coinvolgere l’intero Medio Oriente - per restare solo nell’area del Mediterraneo allargato – aggiunge Mattarella - «reclamano un’Europa capace di esercitare la propria positiva influenza. Un continente capace di testimoniare con convinzione i propri valori di pace, cooperazione, rispetto dei diritti delle persone e dei popoli».