«Non possiamo ignorare che qualcosa si è inceppato, che qualche tessuto è stato lacerato nella società. Alcuni gravi episodi di violenza - genitori che hanno aggredito gli insegnanti dei propri figli - rappresentano un segnale d’allarme che non va sottovalutato. Il genitore-bullo non è meno distruttivo dello studente-bullo, il cui rifiuto cresce sempre di più nell’animo degli studenti, a scuola e nel web». Inaugurando il nuovo anno scolastico, all’Istituto tecnico commerciale e per geometri “Giuseppe Cerboni” di Portoferraio, sull’Isola d’Elba, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare i gravi episodi accaduti negli ultimi mesi, sottolineando che la scuola, invece, «deve poter contare sulla collaborazione delle famiglie».
«Condivisione, partecipazione, dialogo, fiducia sono elementi decisivi per consentire alla scuola di raggiungere i suoi obiettivi», ha aggiunto il Capo dello Stato, intervenuto sull’isola toscana con il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti e oltre un migliaio di alunni provenienti da tutta Italia.
Allo stesso tempo, ha ammonito Mattarella, «le famiglie non possono essere lasciate sole» nel loro lavoro educativo, soprattutto quando si tratta di affrontare, con i propri figli, le nuove sfide lanciate dalla realtà virtuale della Rete. «Le connessioni digitali sono grandi finestre aperte sul mondo, e sul nostro tempo – ha aggiunto il Presidente –. Ma esiste anche un lato oscuro della rete. Non è accettabile che un ragazzo di quattordici anni muoia in conseguenza di un’emulazione in un gioco perverso in chat», ha tuonato Mattarella, esprimendo vicinanza «al profondo dolore della famiglia del giovane Igor Maj», lo studente con la passione per l’arrampicata, trovato impiccato con una corda per alpinismo, durante un blackout challange, una sfida estrema cui i giovani si incitano a vicenda a partecipare attraverso le chat sul web. Una morte, quella di Igor, «assurda e crudele», ha detto il Presidente Mattarella. Aggiungendo: «Dobbiamo chiederci che cosa va fatto per evitare tragedie di questo genere», perché «il web è spazio di libertà e, per definizione, non merita censure». Ma, ha ribadito il Capo dello Stato, «non deve, in alcun modo, trasformarsi in un mondo parallelo e incontrollato in cui succede impunemente di tutto. Una comunità che si rispetti – ha ammonito – deve saper proteggere i propri giovani da simili insidie. Governo e Parlamento sono chiamati ad affrontare questo problema sociale».
Un secondo tema, che non può «scivolare tra le varie ed eventuali dell’agenda pubblica», è quello della sicurezza degli edifici scolastici, «un bene indisponibile», ha ricordato Mattarella, che prima della cerimonia ha incontrato i compagni di classe dei quattro bambini morti nel crollo del ponte Morandi di Genova, «una tragedia inaccettabile».
«Le famiglie hanno diritto alla sicurezza e alla tranquillità dei ragazzi», ha aggiunto, incoraggiando il ministro Bussetti a proseguire con il progetto che prevede il monitoraggio satellitare delle scuole, grazie a un accordo di collaborazione tra Miur, Cnr e Agenzia spaziale italiana. «Occorre far presto», ha ricordato il Presidente, sottolineando che la sicurezza di chi frequenta la scuola, «va assicurata anche attraverso la certezza e la stabilità delle regole».
Ricordando l’ottantesimo anniversario della proclamazione delle leggi razziali, «una delle pagine più brutte e tristi della nostra storia», Mattarella ha, quindi, ripetuto che «la scuola deve unire e non dividere o segregare, deve moltiplicare le opportunità, non ridurle, deve generare amicizia, solidarietà, responsabilità e mai seminare odio, rancore, volontà di sopraffazione, discriminazioni di qualunque genere».
La scuola, ha aggiunto, «non può rinunciare a essere un motore di mobilità sociale», lavorando per contrastare il fenomeno dell’abbandono. «Abbiamo un numero ancora troppo elevato di ragazzi – ha ammonito Mattarella – che desistono dagli studi prima di completare il ciclo delle superiori o addirittura prima di completare quello dell’obbligo: dobbiamo ridurre il più possibile questa emorragia. La dispersione scolastica è un’amputazione civile. E anche una perdita economica per il Paese».