martedì 21 settembre 2021
L'Università Lumsa con la Cei propone un corso di studi annuale per laureati in Scienze della formazione che intendano lavorare nelle scuole paritarie dell'infanzia e primarie
Alla Lumsa un Master per insegnanti delle scuole cattoliche

Alla Lumsa un Master per insegnanti delle scuole cattoliche - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

I cristiani sono da tempo seriamente impegnati a garantire nella scuola una presenza incisiva, che sia rispettosa della natura e delle diversità dell'ambiente in cui gli uomini vivono. La partecipazione diventa un appello e un modo di essere ai quali non ci si può sottrarre. Spesso ci si interroga sulla formazione degli insegnanti di scuola cattolica e gli interrogativi sono in particolare due. E’ questa una questione da affrontare ancora, nella società contemporanea o, parafrasando il teologo Dietrich Bonhoeffer, è una ‘stanza’ comoda da frequentare per qualche ora per poi tuffarsi nel lavoro di insegnante, in modo ‘asettico’? Le sfide della pedagogia hanno bisogno dell’apporto della profonda visione cristiana e a sua volta, questa, ha la consapevolezza di dover irrobustire la formazione e la professionalità dei suoi insegnanti? Innanzitutto partiamo da questi due interrogativi, non di immediata risposta, ma intensi, per ricordare che, presso l’Università Lumsa di Roma è stato attivato un master di II livello (https://masterschool.lumsa.it/master_secondo_livello_cultura_professionalita_insegnante_scuola) con il patrocinio e la collaborazione della Conferenza Episcopale Italiana, dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università, del Centro Studi per la Scuola Cattolica della medesima Conferenza episcopale italiana. Il Master inoltre è sostenuto da Fidae (Federazione di istituti di attività educative) e da Fism (Federazione italiana scuole materne) ed è diretto dal prof. Onorato Grassi, che insegna Storia della filosofia medievale e rinascimentale all’Università Cattolica di Milano oltre che alla Lumsa di Roma.

Come ha spiegato Grassi, il Master, di durata annuale, è destinato ai laureati in Scienze della formazione primaria, che intendano poi lavorare in scuole paritarie cattoliche dell’infanzia o primarie. Questo importante Master è aperto anche a insegnanti di scuola dell’infanzia o primaria che siano già in servizio in una scuola paritaria cattolica e intende offrire strumenti per approfondire la preparazione pedagogico-didattica e per comprendere la specifica natura della scuola cattolica e del suo progetto educativo. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 settembre e prevedono, in fase finale, anche tirocinii e stage, che si svolgeranno presso scuole paritarie con il supporto di esperti tutor.

In apertura ci si chiedeva se la formazione cattolica, all’interno della “società liquida”, possa avere non solo un senso, ma se occorre e occorrerà irrobustirla; questo pionieristico master intende sottolineare che non esiste un modo di essere insegnanti cattolici ‘asettico’, perché c’è sempre una componente pastorale (con un approccio di tipo ecclesiale) e una componente pedagogica (con un approccio prevalentemente laico). Andrebbe infatti messo in evidenza che la mediazione culturale di un insegnante (anche non cattolico) è sempre costruita su una visione del mondo e non può essere mai neutra (o asettica). Per cui la scuola cattolica non prescinde dall’incontro con la fede e questo incontro non può essere annacquato, ma necessita innanzitutto di una solida preparazione interdisciplinare, oltre che di una domanda da porsi: Cristo può occupare un posto rilevante nei luoghi in cui si prendono decisioni o dove si formano le nuove generazioni? Cristo è una questione anche interessante per la Pedagogia o riguarda strettamente la Chiesa? Ancora Bonhoeffer avrebbe detto che Cristo necessita un aut – aut e questa scelta di campo deve essere culturalmente solida nella visione dell’insegnante cattolico, il quale dovrebbe sapersi anche diversificare, perché dietro l’insegnante c’è la persona che fa la differenza e non deve aderire a una visione ideale unica (inesistente).

Questo concetto è stato anche ribadito da Sergio Cicatelli (direttore del Centro studi per la scuola cattolica, oltre che membro per la revisione dei programmi di religione cattolica) in un convegno organizzato dal gruppo “Rischio educativo”. Il direttore scientifico del Master, Onorato Grassi, inoltre, precisa che questo percorso di studi serve soprattutto ad assicurare una competenza pedagogica con un complesso e dettagliato sguardo cattolico, che non vuol dire impregnarsi di una sola visione, ma valorizzare la visione filosofico-pedagogico dentro la comunità scolastica cattolica.

Stando anche alla dichiarazione del Concilio Vaticano II, con il noto documento dal titolo “Gravissimum Educationis” del 1965 – questa deve basarsi anche sulla carità e su relazioni autentiche, valorizzando l’educazione cristiana e i vari mezzi al servizio di questa. Nel documento sulla Scuola Cattolica in Italia (curato dalla Cei) si mettono anche in risalto alcune fragilità attuali, di cui bisogna prendere atto. Si legge infatti: “La situazione della scuola oggi appare caratterizzata - più che in altri momenti storici - da una complessità di tensioni verso prospettive pedagogiche, culturali e sociali rispondenti ad esigenze molto diverse e perfino contrastanti.

È necessario rendersi conto che questa situazione ha radici lontane nel tempo, così come è necessario prendere atto che nessun serio rinnovamento della scuola sarà possibile senza porre, alla base, sicuri riferimenti a progetti riguardanti l'uomo, la libertà, la responsabilità, il senso della storia, della cultura e della società. Si riflette oggi anche sulla scuola, in modi più o meno evidenti, quella crisi culturale che nasce dal «conflitto di umanesimi» caratteristico del nostro tempo e delle società moderne”.



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: