lunedì 13 agosto 2012
La Guardia di finanza della capitale ha scoperto in un tunnel vicino ai caveau della Banca d'Italia una vera e propria coltivazione intensiva di cannabis. Sequestrati 304 chili di stupefecente che, se messi sul mercato, avrebbero fruttato circa 3 milioni di euro.
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​ Si trovava vicino ai caveau della Banca d'Italia, la centrale della coltivazione di marijuana scoperta a Roma in un tunnel lungo oltre un chilometro, all'interno dei sotterranei scavati negli anni '30 per il progetto di una metropolitana in epoca fascista. In manette, durante l'operazione della Guardia di Finanza, è finito il titolare di un'azienda agricola, che l'uomo utilizzava anche come copertura per la produzione dello stupefacente, di cui sono stati sequestrati 340 chili per un giro d'affari di circa 3 milioni di euro.  I "tunnel della marjuana", che per ironia e per strana assonanza incrociavano in superficie via degli Oppii, nelquartiere di Tor Pignattara, si trovavano in luoghi antichi, ma all'interno la droga veniva coltivata con sistemi ad alta tecnologia e molto costosi. La piantagione era apparentemente insesistente: era nascosta dietro un muro con "mattoni mobili" che si aprivano come piccole finestre per permettere di entrare. Inoltre c'erano dischetti in terra per sentire il rumore dei passi e dei sensori che rilevavano la presenza umana all'interno dei sotterranei. Le indagini sono partite dal fiuto di alcuni militari della Finanza, che si sono accorti del forte odore di marijuana in strada, provocato in questi giorni forse da qualche folata di vento e umidità. Gli investigatori ora stanno tentando di capire le rotte del traffico della droga coltivata e di risalire alle organizzazioni che si nascondono dietro la scoperta, visto che i tunnel erano una sorta di fabbrica dei "grossisti" della marijuana, per rifornire altre città del Paese o dell'estero.
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