Il ministro dell'Economia Giorgetti - Ansa
Il testo ora c’è. O meglio, lo ha inviato oggi il ministero dell’Economia e delle Finanze alla presidenza del Consiglio dei ministri per il successivo invio al Parlamento. Parlamento in cui fino a stamane si sono inseguite accuse reciproce tra maggioranza e opposizione sulla presenza o meno di norme nella finanziaria, come quella sul pignoramento dei conti correnti in caso di pendenze con l’Agenzia delle entrate. Ebbene ora un testo c’è - anche se non si conoscono ancora i dettagli su cosa contiene – e con questo gesto il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti ha voluto mettere fine alle polemiche che si sono succedute negli ultimi giorni sul fatto che il ministero di via XX Settembre stesse smontando il testo presentato dalla premier Giorgia Meloni in Consiglio dei ministri.
«Il testo presentato è coerente con i principi di responsabilità e serietà annunciati dal governo nel rispetto della tutela delle fasce più deboli e della tenuta dei conti pubblici», scrive in una nota il ministero dell’Economia, passando di fatto adesso la “patata bollente” alle due Camere. Maggioranza e opposizione però, fino ad ora, si sono scambiate accuse reciproce, con l’opposizione che ha accusato il governo di «essere in confusione» e la maggioranza che tentava di difendere la serietà del lavoro di limatura finora svolto.
Salvini assicura che il testo della legge di bilancio è chiuso, «abbiamo lavorato tra questa notte e questa mattina». «Non abbiamo ancora chiuso la legge di bilancio. Spero lo si possa fare presto», dice, invece, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. La premier Meloni dovrebbe visionare il testo di ritorno dall’Eurosummit a Bruxelles e non si esclude che, a questo punto, il testo possa essere trasmesso alle Camere lunedì. Intanto parlando con i giornalisti la presidente del Consiglio smorza le polemiche. Sulla manovra «vi sconsiglio di rincorrere le bozze, perché di bozze ce ne sono tante - dice Meloni - Stiamo lavorando bene, in dirittura di arrivo ».
Nonostante ciò, resta comunque alta la tensione. L'opposizione attacca sul «testo fantasma», il Pd si dice pronto a dare «asilo politico» a chi nel centrodestra vorrà presentare modifiche su alcuni temi. Le maglie sono strette, l'obiettivo del governo è quello di non modificare la legge di bilancio in Parlamento, ma la linea del niente emendamenti difficilmente potrà reggere, considerate le numerose spinte che arrivano dalle forze politiche che sostengono l'esecutivo. «Gli emendamenti saranno presentati: non c'e' nulla di male, non si tratta di sabotare la manovra», dice l'azzurro Giorgio Mulè. «È indispensabile che in Parlamento arrivi un buon testo che non aumenti la pressione fiscale, che non tocchi la casa e che non faccia aumentare le pensioni», rimarca Tajani. Sul capitolo previdenza si concentra invece la battaglia della Lega. «Soddisfazione della Lega per una manovra importante e positiva per milioni di lavoratori e pensionati italiani», recita una nota del partito di via Bellerio.
Le forze politiche attendono di leggere la versione definitiva della legge di bilancio, «intanto noi cominciamo le audizioni con le categorie» trascurate, dice il capogruppo dem a Palazzo Madama, Boccia. «Litigano su tutto. Meloni è 'lady tax'», l'affondo del presidente M5s, Conte. Avs parla di «un misero spettacolo». Mentre Renzi scrive al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «il governo - la sua tesi - ha violato la Costituzione».