venerdì 12 maggio 2023
Sindaci, presidenti di Provincia e il governatore Bonaccini chiedono al governo un "decreto legge speciale come quello delle Marche". Danni stimati per un miliardo tra pubblico e privato
Il ministro Musumeci con gli amministratore locali

Il ministro Musumeci con gli amministratore locali

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“Nei prossimi giorni farò una riunione interministeriale, insieme al viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami, a un team di tecnici (geologi e ingegneri), in collaborazione con il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e il capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, per decidere subito il da farsi”. Lo ha assicurato oggi a Faenza il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, al termine di una visita alle zone colpite dal maltempo dei primi giorni di maggio dall’Emilia alla Romagna, con epicentro le province di Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena. Infatti, il ministro e la sua delegazione hanno incontrato decine di sindaci, parlamentari locali, tecnici, responsabili della Protezione civile e forze dell’ordine nelle tre tappe della giornata: Borgo Tossignano (Bologna), Predappio (Forlì-Cesena) e Faenza (Ravenna).

In ognuno dei tre incontri i sindaci hanno illustrato “la pesante situazione dei danni”: città e zone allagate, colline intere franate, centinaia di strade provinciali e comunale, spazzate via, danni incalcolabili all’agricoltura, aziende in ginocchio, centinaia di cittadini evacuati dalle abitazioni e alloggiati in albergo o da parenti. Un esempio? Fra le 20 famiglie, due ristoranti e due comunità evacuate nella zona di Montepaolo, in comune di Dovadola (Forlì-Cesena), causa 7 km di strada interrotta da 29 frane, ha dovuto sfollare anche una comunità di otto suore Clarisse dall’eremo di Montepaolo e trovare ospitalità nel seminario vescovile di Faenza. Il sindaco di Predappio ha raccontato di una casa spazzata via da una frana nella frazione di Porcentico, mentre le due persone che l’abitavano erano appena fuggite in pigiama nella notte, svegliate dallo scricchiolio delle mura che stavano crollando. Il governatore Bonaccini, che giovedì aveva incontrato a Roma la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sostenuto che “i danni ammontano a un miliardo di euro”. Nel ringraziare il governo per “avere celermente dichiarato lo stato di calamità naturale e stanziato i primi 10 milioni di euro, ha chiesto al ministro Musumeci e al governo di Giorgia Meloni un “Decreto-legge speciale per l’emergenza maltempo in Emilia-Romagna”, analogo a quello che nei mesi scorsi.

Assicurando di farsi portavoce delle richieste di sindaci e popolazioni colpite, il ministro Musumeci ha rimarcato la necessità di “progettazione per capire gli interventi urgentissimi da realizzare e quelli che possiamo realizzare a media e lunga scadenza”. E ha aggiunto: “Ho ascoltato gli amministratori locali, ma il buon Dio ci ha aiutati perché, rispetto ai danni materiali, potevamo avere un bilancio di perdite umane di gran lunga superiore (due sono state le vittime) rispetto a quello già pesante che abbiamo avuto”. Riguardo ai danni, il Ministro ha precisato: “Abbiamo accolto la prima stima fornita dalla Regione, e il nostro dipartimento farà un’altra valutazione. Quello che è accaduto in Emilia-Romagna potrebbe accadere in qualsiasi altra parte d’Italia, quindi serve passare a una seria progettazione del territorio e delle sue vulnerabilità. Serve però anche un diverso coinvolgimento dei cittadini: avere cura della propria azienda, del proprio territorio aiuta a ridurre il rischio, che non è mai zero, ma che si può certamente attenuare. Vedremo qual è l’entità dei danni e sulla base della ricognizione faremo una serena riflessione sulle risorse necessarie”. E ha concluso: “Entro maggio presenterò un disegno di legge legato alla ricostruzione post-calamità e non solo per le frane, ma anche per le calamità sismiche, perché in Italia le ricostruzioni possono durare anche 40 anni, e questo è inconcepibile. Con le risorse pubbliche la ricostruzione deve avere un inizio e anche una fine”.

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