La Basilica di San Marco a Venezia allagata per 16 ore (Ansa)
La Basilica di San Marco allagata per 16 ore, alberi caduti a Pompei e nel Bosco di Capodimonte, le rovine di Sibari in Calabria di nuovo assediate dal fango. E poi decine e decine di allagamenti in Veneto, Piemonte, Liguria e Friuli, alberi caduti e crolli un pò dappertutto, dal Salento a Roma dove ieri in pieno centro storico, alla Salita del Grillo, è venuto giù un pezzo del campanile dell'ordinariato militare.
L'emergenza maltempo di queste ore sta mettendo a dura prova un po' in tutta Italia il patrimonio di arte e archeologia, con allarmi e segnalazioni di danni che si susseguono senza tregua. «Un'emergenza particolare soprattutto per la grande estensione del territorio coinvolto», sottolinea il prefetto Fabio Carapezza Guttuso, direttore generale della nuova Unità per la sicurezza del patrimonio culturale voluta dal ministro della cultura Bonisoli. E proprio per questo anche particolarmente complessa da affrontare. «Siamo coinvolti dalla prim'ora, facciamo parte del Comitato operativo della Protezione Civile», spiega il prefetto.
Prima ancora che arrivassero le segnalazioni, dice, le speciali unità di crisi del Mibac sono state allertate in tutte le regioni toccate dal maltempo. Ma nonostante le denunce, tante e da tutte le regioni, per valutare e quantificare correttamente i danni, sostiene il prefetto, «è ancora presto».
Un discorso che vale per Sibari in Calabria, che dopo l'alluvione del 2013 è stata di nuovo aggredita dal fango, come per Manduria, nel tarantino, dove un tornado ha fatto crollare il frontone di una chiesa. Per Pompei, dove il vento fortissimo ieri ha fatto cadere alberi sulle strutture e ha costretto i responsabili a chiudere i cancelli degli Scavi, come per la Basilica di San Marco a Venezia, per la quale è arrivato oggi l'accorato allarme del Primo Procuratore Carlo Alberto Tesserin, secondo cui per la tanta acqua che l'ha inondata la celeberrima Chiesa d'oro «è invecchiata di vent'anni in uno solo giorno».
Tant'è, mentre la struttura centrale ha monitorato la situazione in tutta Italia, decidendo anche di proteggere i visitatori tenendo chiusi per esempio oltre a Pompei, anche il Colosseo e il parco archeologico di Ostia Antica, le squadre di esperti del ministero, accorrono e intervengono a verificare i danni, «appena è possibile, ovvero, come si fa anche nel caso di terremoti, quando si può entrare in sicurezza. È allora e solo allora che si può fare un vero rilievo del danno, registrando tutti i dati in una scheda che poi servirà come utile indicazione anche per un eventuale restauro». In diverse regioni la situazione sta migliorando, ma l'emergenza non è finita. «Soprattutto al nord flagellato dagli allagamenti - conclude il prefetto - ci sono luoghi nei quali è ancora pericoloso intervenire».