«Basta parlare solo di legge elettorale dobbiamo riportare l’attenzione sui problemi reali, che sono tanti e gravi, e dobbiamo decidere da dove ripartire: io dico dal lavoro». Sabrina De Camillis, esponente del Ncd e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai rapporti con il Parlamento, sollecita Enrico Letta a sfoderare «più decisionismo e meno moderazione» e chiede a Matteo Renzi di decidersi se vuole rilanciare l’azione del governo oppure andare a votare. «Perché oggi Letta è bloccato dall’attacco politico di Renzi».
Sottosegretario, una buona riforma elettorale potrebbe permettere di governare con più efficacia, almeno dalla prossima legislatura, non trova? Lo spero, ma intanto cerchiamo da subito di occuparci delle disperazioni delle persone perché i problemi del lavoro a cascata si riflettono sulla tenuta della società.
Cosa propone? Prima di tutto un abbattimento del cuneo fiscale. Inutile pensare a 10mila cose diverse, partiamo da questa che, come insegna il caso Electrolux, è centrale. Certo non possiamo rincorrere i costi della Polonia, ma con questa pressione fiscale competere è impossibile. Il taglio del cuneo doveva essere già il piatto forte dell’ultima legge di stabilità ma poi ci scontra sempre con i problemi di bilancio. Bisogna trovare le risorse, non solo quelle che arriveranno dalla spending review ma anche i proventi delle privatizzazioni. Quei 5 miliardi che arriveranno dalle prime cessioni vanno tutti impiegati nel taglio del cuneo e non per la riduzione del debito, io credo che anche il premier la pensi così.
Sempre che a Bruxelles siano d’accordo... Anche per ridurre il debito la ricetta è far ripartire la crescita. Questi parametri Ue sono violenti e depressivi verso i Paesi in difficoltà.
Cuneo fiscale. E poi? Lotta alla burocrazia. Bisogna rompere questa gabbia che blocca le imprese. Ci sono troppi ostacoli per chi vuole partire con una nuova attività. Bisogna avere il coraggio di dire: tu parti e lavora, poi sarà lo Stato a controllare a valle se stai rispettando le leggi.
È il suo contributo per il nuovo patto di governo? Si, sempre che Renzi decida se gli conviene o meno andare al voto.