mercoledì 12 marzo 2014
​Approvata la riforma elettorale a Montecitorio. Renzi: via il bicameralismo o lascio la politica.
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L'aula di Montecitorio ha approvato mercoledì mattina la nuova legge elettorale, che vale solo per la Camera, che recepisce l'intesa tra il premier Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, nonostante i numerosi dissensi nella maggioranza di governo a iniziare dalle fila del Pd.I sì sono stati 365, i no 156, gli astenuti 40.Ora il provvedimento passa al Senato, dove lo stesso Renzi, che è anche segretario del Pd, ha aperto alla possibilità di modifiche. La partita sarà ancora lunga, ma intanto il premier, in un tweet, incassa il risultato e afferma che è stato sconfitto il "disfattismo": "Grazie alle deputate e ai deputati. Hanno dimostrato che possiamo davvero cambiare l'Italia. Politica 1-disfattismo 0. Questa è la svolta buona".I mal di pancia nel Pd e nella maggioranza riguardano in particolare le cosiddette quote rose - la proposta bipartisan, bocciata lunedì scorso con il voto segreto, di imporre il 50% (o almeno il 40%) di capilista donne nei collegi elettorali - e le preferenze, sostenute soprattutto dal Ncd di Angelino Alfano e dai partiti minori.La nuova legge prevede l'assegnazione dei seggi alla Camera sulla base di piccole liste bloccate, soglie di sbarramento per ogni partito (il 4,5% se in coalizione, l'8% se da solo), per le coalizioni (il 12%) e l'assegnazione di un premio di maggioranza alla coalizione che abbia raggiunto il 37% dei voti al primo turno, altrimenti scatta il ballottaggio tra le prime due coalizioni.Per il Senato non c'è nessun cambiamento, quindi vale il sistema elettorale proporzionale previsto a dicembre dalla Corte costituzionale - proporzionale con soglie di sbarramento -, ma il governo punta a far approvare dal Parlamento un disegno di legge costituzionale per abolirlo come seconda Camera con piene funzioni legislative.Per Renzi, giunto a Palazzo Chgi da poche settimane, dopo che il Pd ha sfiduciato di fatto Enrico Letta, la prima sfida lanciata, quella sulla legge elettorale, è comunque a buon punto. Il premieri è andata avanti ribadendo che il prossimo obiettivo è l'eliminazione del Senato per riformare completamente la politica italiana. "Via il bicameralismo o lascio la politica" ha assicurato. Ora però il governo è atteso alla prova dell'economia, con l'impegnativa serie di misure decise ieri dal Consiglio dei ministri.

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