venerdì 24 gennaio 2014
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Sereno, imperturbabile, quasi serafico: incalzato da Lilli Gruber, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha schivato le domande più insidiose, specie quelle sulla conflittualità con Renzi («abbiamo caratteri molto diversi ma collaboriamo») ritagliandosi il ruolo di uomo di governo, attento ai contenuti, all’economia e ai problemi reali del Paese.Ha escluso tassativamente che Renzi voglia farlo cadere per prendere il suo posto. Ma, felpatamente, ha anche assestato qualche zampata.Il premier si è detto favorevole, sulla legge elettorale, «a una maggiore scelta da parte degli elettori dei propri rappresentanti», espressione che postula l’introduzione delle preferenze. Ma ha anche ribadito la neutralità del governo sulla legge elettorale, rinviando la palla «alle forze di maggioranza e di minoranza presenti in Parlamento». E ha aggiunto che si attende «l’approvazione della legge elettorale prima delle elezioni europee». E che non è affatto preoccupato che l’approvazione della legge elettorale possa accorciare la vita al suo governo: «Per durare un minuto di più non possiamo fare una cattiva legge».Forse per tentare di incrinare l’asse tra Renzi e Berlusconi, il presidente del Consiglio ha riproposto con forza il tema del conflitto d’interesse. «Un tema che gli italiani aspettano da decenni e che vorrei che facesse parte del programma di governo», ha detto, annunciando anche provvedimenti contro le lobby. E se ha preferito non commentare la nuova indagine sul Cavaliere («non ho mai parlato di indagini»), ha però calcato la mano contro Berlusconi, per l’atteggiamento di attacco sistematico al governo dopo la votazione sulla decadenza.Quanto al possibile rimpasto di governo, Letta non lo ha escluso: «Si può sempre migliorare, ne discuteremo con gli alleati», ha detto. Ma ha anche difeso a spada tratta i colleghi ministri –  «la squadra funziona» – specie il titolare dell’Economia Fabrizio Saccomanni, al quale ha rivendicato il merito «di una inversione di tendenza» nella situazione economica.Un altro sassolino dalla scarpa Letta se l’è tolto con stile quando Gruber gli ha ricordato le critiche al governo di aver fatto poco. «Spesso in Italia – ha risposto – si ha la memoria corta. Segnalo che la crescita economica è ripartita, contiamo di arrivare all’uno per cento nel 2014, si è verificato per la prima volta dopo sei anni il calo della spesa pubblica e il fatturato industriale è ripartito. Abbiamo invertito la tendenza, siamo sulla strada giusta, anche se dobbiamo continuare specie per fermare la disoccupazione». Infine il Pd: parteciperà alla direzione, ha ribadito che ha tentato di convincere Cuperlo a rimanere e ha detto che l’incontro che ha avuto con Bersani in ospedale «è stata la più bella cosa dell’ultima settimana». Dal vicepremier Angelino Alfano gli arriva un forte assist: «Il patto di governo per il 2014 va fatto subito».
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