Il letame riversato davanti alla sede del Cav di Padova - undefined
Un cumulo di letame davanti alla sede del Centro di aiuto alla vita (Cav) di Padova con le solite scritte che inneggiano, poco elegantemente, alla libertà di abortire. L’ennesimo spregevole gesto dimostrativo, compiuto nella notte tra sabato e domenica, da chi ideologicamente rifiuta ogni posizione diversa dalla propria. E che attacca in modo violento quei volontari che dedicano «dedizione e amore - come scrive il Cav di Padova all’indomani dell’ennesima provocazione - nei confronti di chi si rivolge a noi, in piena libertà, senza alcuna intimidazione». Nei commenti contro il Centro di aiuto alla vita, scrive il Cav veneto, «si legge che facciamo violenza morale alle donne impedendo loro di abortire… questo sono capaci di dire!». Già, chi spalma letame, insulta e dileggia lamenta di essere vittima di “violenza”. Il mondo al contrario.
Di «sconcerto per quanto accaduto», e di «gravissime e ingiuste aggressioni alla sede del Cav di Padova», parla il Movimento per la vita italiano: «Gli attacchi “conditi” anche da abbondante letame posizionato all'ingresso del Cav, mostrano lo squallore e l'intolleranza della mentalità abortista che rifiuta ad ogni costo - fino a ricoprirlo di offese e sporcizia - lo sguardo sulla meraviglia della vita umana che sboccia nel seno materno». Non solo. Queste posizioni, evidenzia il Movimento, «mostrano anche di essere assai lontane dalle donne che invece i Cav accolgono, mettendosi dalla loro parte nella condivisione delle difficoltà che una gravidanza inattesa o problematica può comportare».
Nonostante tutto, prosegue la nota, «non ci facciamo intimidire e vogliamo perseverare con amore verso tutti, nella tutela dei bimbi non nati e delle loro mamme. Il volontariato per la vita è splendido» ed «ha collaborato alla nascita di 265.000 bambini, restituendo alle loro madri la vera libertà e il coraggio tutto femminile dell'accoglienza dei figli. Episodi tristissimi come quello di Padova non fanno altro che spronarci ad andare avanti con gioia, per costruire un popolo della vita forte e unito, che sa vincere il male con il bene».
Le scritte nei pressi della sede del Cav - undefined
Solidarietà anche dal network associativo “Ditelo sui tetti”, per il quale, di fronte a questo «violento gesto di denigrazione», la città di Padova «deve insorgere per difendere quella “libertà per tutti”, che è il motto e la cifra stessa» rivolti «dall’università di Padova alla cultura europea e del mondo, sin dalla sua fondazione», 800 anni fa. «Apriamo gli occhi – l’invito del network -: siamo sempre più davanti a un nuovo totalitarismo del pensiero: l’apertura all’altro da sé, quindi la maternità e la difesa del più piccolo, sono negati come opzione antropologica», e «per chi dedica la vita a questi ideali c’è scherno, dileggio e violenza. Auspichiamo che il gesto comune di solidarietà chiesto a tutte le istituzioni da alcuni consiglieri comunali venga accolto subito: oggi più che mai c’è davvero una nuova urgenza di difensori della libertà di tutti». Nessuna condanna istituzionale, al momento. Un silenzio che fa rumore.