Un momento della presentazione del nuovo Popotus ieri, al Meet di Milano
Non esiste, un quotidiano per bambini che sia vissuto un quarto di secolo senza piegarsi mai alla logica del mercato, o del “bambinesco”. E non esiste un quotidiano che abbia deciso – con coraggio, in tempi di grande crisi anche nel mondo editoriale – di stravolgere completamente il suo impianto, finanche il suo impaginato, per diventare di tutti, permettendo anche a chi ha difficoltà con la lettura di sfogliarlo e informarsi. La rivoluzione inaugurata due settimane fa da Popotus, la storica testata di Avvenire dedicata ai più piccoli, si chiama “alta leggibilità” e mercoledì pomeriggio è stata presentata alle decine di insegnanti, studenti e alle famiglie che hanno partecipato all’evento organizzato al Meet Digital Center di Milano, l’avveniristico centro internazionale di cultura digitale fondato grazie al supporto di Fondazione Cariplo.
Tutto è racchiuso in una font – si chiama Leggimi – disegnata dalla casa editrice Sinnos per facilitare la lettura dei bambini con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento (sono il 5% della popolazione scolastica, ma la percentuale di chi ha difficoltà sale fino al 45% in alcune parti d'Italia): quelli che il mondo della scuola chiama “Dsa” e che la sanità certifica con diagnosi “speciali”, ma a cui nessuno pensa troppo quando si tratta di costruire metodi di insegnamento, libri di testo, programmi scolastici. «La sfida che abbiamo raccolto noi, come professionisti dell’informazione – ha spiegato il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio –, è quella di superare gli ostacoli, di spingerci oltre i nostri limiti per coinvolgere tutti. Il primo passo è stato sacrificare lo spazio, che per il nostro mestiere è preziosissimo». Già, perché non solo la font adottata da Popotus è più grande, di spessore uniforme, caratterizzata da tratti specifici che riducono al minimo gli effetti di confusione tra le lettere: il nuovo tabloid, in edicola tutti i giovedì, ha anche un’interlinea che rende l’impaginato più arioso, la spaziatura più ampia, «e molte altre novità» ha aggiunto la curatrice, Nicoletta Martinelli: il sito www.popotus.it, anch'esso rinnovato e arrichito di contenuti didattici e schede dedicate per il supporto al lavoro in classe, l'utilizzo dei QrCode nelle pagine che rimandano alla lettura ad alta voce degli articoli. Uno sforzo che va oltre il dato puramente estetico, naturalmente, «e che denota la lungimiranza – ha aggiunto il direttore editoriale di Sinnos, Della Passarelli – di capire che i bambini sono il futuro del nostro Paese e che è a loro che occorre pensare per costruirlo».
Ma c’è di più, nel passo inclusivo di Popotus: «C’è il mettersi per la prima volta dalla parte di bambini dagli 8 anni in su e guardare il mondo coi loro occhi – sottolinea il direttore dell’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile della Asl 1 di Roma, Brunoi Spinetoli –. C’è il trasformare in un diritto, quello di leggere, ciò che normalmente si deve esigere tramite la diagnosi di un disturbo». È il dramma che coinvolge migliaia di famiglie nel nostro Paese, molte delle quali hanno deciso di portare la loro testimonianza all’evento di Milano, a cui hanno partecipato anche diverse associazioni, su tutte l’Associazione italiana dislessia: «Per la prima volta ci sentiamo protagonisti – hanno sottolineato i genitori della sezione milanese –. Accessibilità alla lettura per i nostri figli significa accessibilità alla comunità in cui vivono, da cui spesso si sentono esclusi e messi da parte». Popotus - gli insegnanti lo hanno ripetuto in un intervento dopo l’altro e anche l'ospite di eccezione, la conduttrice e scrittrice anche lei dislessica Andrea Delogu, lo ha ribadito (nel video qui sotto) - è lo strumento che da sempre permette a quella comunità di crescere attraverso l’informazione. Adesso più di prima.