lunedì 3 giugno 2024
Sempre più intensi e frequenti i passaggi da alluvioni estreme a siccità prolungata. L'associazione ambientalista chiede al governo Meloni e all'Europa interventi rapidi e concreti
Il fiume Po in secca nel luglio del 2022

Il fiume Po in secca nel luglio del 2022 - Ansa

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In Italia, dal 2020 ad oggi ci sono stati 81 danni da siccità prolungata. L’allarme, lanciato da Legambiente in occasione della Giornata Mondiale dell’ambiente, segnala l’avanzare della crisi climatica. Le regioni più colpite sono la Lombardia, il Piemonte e la Sicilia, dove accelera il rischio di desertificazione.

Secondo stime della Commissione europea, senza un’efficace azione preventiva dei rischi climatici, i danni da alluvioni, ondate di calore, siccità, incendi boschivi, perdite dei raccolti o malattie potrebbero ridurre il Pil europeo di circa il 7% entro la fine del secolo. E in base al Piano Nazionale di Adattamento Climatico, varato a fine 2023 dal Governo Meloni, in Italia si stima una riduzione del valore della produzione agricola pari a 12,5 miliardi di euro nel 2050.

Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, spiega: «La siccità che in questi mesi ha colpito in particolare la Sicilia, l’acqua razionata, le proteste di cittadini e agricoltori ci restituiscono in estrema sintesi quanto la crisi climatica stia accelerando il passo anche in Italia. In particolare, la siccità prolungata in questi anni ha messo più volte in ginocchio la produzione agricola e causato un preoccupante abbassamento del livello dei laghi. Per questo è fondamentale intervenire in prevenzione piuttosto che agire dopo che gli eventi climatici estremi si siano abbattuti sulla Penisola». Ed è proprio sulla prevenzione che l’associazione ambientalista fa leva, lanciando un doppio appello al governo Meloni e all’Europa.

Interventi rapidi, concreti e non più rimandabili. All’esecutivo viene chiesta una ridefinizione di una regia unica da parte delle Autorità di bacino distrettuale per conoscere disponibilità, consumi reali, domanda potenziale e per definire degli aggiornati bilanci idrici. Si sottolinea la necessità di tracciare una strategia nazionale integrata a livello di bacini idrografici che spinga per la realizzazione di nuove e moderne pratiche e misure per ridurre la domanda di acqua ed evitarne gli sprechi, negli usi civili e soprattutto negli usi agricoli. In questa direzione sarebbe utile una rimodulazione degli strumenti di programmazione regionali della nuova politica agricola comune (PAC). È anche fondamentale, evidenzia Legambiente, incentivare buone pratiche che permettano di trattenere il più possibile l’acqua sul territorio e promuovere sistemi per il recupero delle acque piovane e per il riuso delle acque reflue.

L’appello rivolto all’Europa e alla prossima legislatura è che venga approvata una Legge quadro sulla resilienza climatica per coordinare norme stringenti sull’adattamento, con efficaci piani nazionali e adeguate risorse economiche, in tutti i Paesi membri.

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