Legambiente parteciperà alla Marcia in difesa dei fragili e dell'ecosistema organizzata a Roma
domenica 8 novembre. A pochi giorni dall’inizio della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, l’adesione all’invito del Vicariato di Roma a celebrare la Giornata per la Custodia del Creato, è infatti carica per noi di una valenza profonda e di un messaggio urgente e non più rimandabile.Con l'enciclica
Laudato si' Papa Francesco ha lanciato un messaggio inequivocabile a tutti gli uomini della terra, ai potenti come ai poveri, in una ineludibile sollecitazione etica e spirituale. D'ora in avanti non sarà più possibile per nessuno negare il legame strettissimo tra questioni ambientali e questioni sociali, tra cambiamenti climatici e povertà. Come non è più possibile rinviare l'impegno per la diffusione di un nuovo benessere, non più schiavo della tecnologia, ma carico di valori innanzitutto umani.Il testo del Pontefice, ci chiama a uno scatto di responsabilità e ad una cultura diffusa di reciprocità responsabile tra uomo e natura e che coinvolga tutte le persone attraverso un impegno collettivo. Nessuno di noi può tirarsi fuori, neanche i grandi della Terra ai quali spetta, anzi, una maggiore responsabilità, e che si ritroveranno a dicembre al summit di Parigi.Alla Cop 21 andrà trovato e ratificato un accordo internazionale in grado di fermare la crescita delle emissioni di CO2, che sono la causa principale dell’innalzamento delle temperature, ma anche di garantire misure straordinarie per aiutare le popolazioni colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici e di individuare strategie efficaci di adattamento per aumentare la capacità dei territori. Un obiettivo non facile e per nulla scontato, che si può ottenere solo con l’effettiva volontà da parte dei governi di raggiungere il risultato e accordarsi sui costi da sostenere e sulla loro ripartizione. Ci auguriamo che, in questo senso, l'Europa sappia assumere un ruolo di traino e che si cominci, anche, finalmente, a parlare di profughi ambientali.Parigi deve essere il luogo dove mettere finalmente in campo la volontà politica di un cambio di rotta e di accelerare la transizione energetica globale verso le rinnovabili. Secondo gli scienziati, le temperature globali rischiamo di aumentare dai 2 ai 4 gradi centigradi entro la fine del secolo, con conseguenze drammatiche sulla vita delle persone, delle specie e degli ecosistemi. Qualora non si riuscisse a mantenere l’innalzamento della temperatura entro i 2 gradi ammonisce da tempo l’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), il gruppo intergovernativo che dal 1988 studia il riscaldamento globale, i rischi sarebbero altissimi. Perché le ripercussioni sulla temperatura degli oceani e il livello dei mari, il ciclo dell’acqua, la desertificazione e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi sarebbero a quel punto irreversibili.È indispensabile che le sfide che i cambiamenti climatici ci stanno lanciando diventino oggetto di attenzione sociale diffusa, non più e non solo interesse di pochi addetti ai lavori!
* Presidente di Legambiente