mercoledì 1 settembre 2021
Caos nella maggioranza dopo il voto della Lega a favore di modifiche alle norme sul green pass nel decreto Covid. Un passo che scatena la richiesta di chiarimento politico da parte del Pd
Enrico Letta e Matteo Salvini

Enrico Letta e Matteo Salvini - Ansa

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Caos nella maggioranza dopo il voto della Lega a favore di modifiche alle norme sul green pass nel decreto Covid. Un passo che scatena la richiesta di chiarimento politico da parte del Pd, e accuse di "schizofrenia politica" da M5s.

Accade questo: in commissione Affari sociali alla Camera, il partito di Matteo Salvini vota a favore degli emendamenti presentati, per introdurre, per esempio, l'esenzione dell'obbligo del green pass ai minorenni, o nei ristoranti al chiuso e per lo sport giovanile. Una mossa decisa per "dare un segnale" agli altri partiti della maggioranza di governo, spiegano fonti leghiste ma che, nel giorno dell'entrata in vigore delle nuove misure sul certificato verde, suscita l'ira del Pd e il "disappunto" di Leu, malgrado gli emendamenti non passino.

"Io stigmatizzo la scelta della Lega che, con i voti di oggi in commissione alla Camera contro il green pass, ha deciso, proprio nella giornata di oggi, di fare una scelta che la pone al di fuori della maggioranza", tuona allora Enrico Letta, al suo arrivo alla Festa nazionale dell'Unità a Bologna. "Quindi - aggiunge il segretario Pd - chiedo un chiarimento politico su questo punto, perché la Lega oggi, di fatto, si mette contro e fuori la maggioranza".

"È Letta che vive fuori dal mondo - è la risposta dal partito di via Bellerio - Chiedere tamponi salivari gratuiti per gli italiani è buon senso, perché dire di no? Chiedere garanzie per lavoratori e imprenditori, chiedere la scuola per tutti gli studenti, difendere lavoratrici e lavoratori, poliziotti e insegnanti, è buon senso. Su 900 emendamenti migliorativi presentati dalla Lega ne verranno accolti, forse, due. Pd e 5 stelle ragionano come se al governo ci fosse ancora Conte ma, per fortuna, adesso c'è Draghi".

"Breve storia di una ambiguità profonda", è tra i primi a denunciare Enrico Borghi, componente della segreteria Pd. "Il Consiglio dei ministri la Lega vota a favore dell'introduzione del green pass; alla Camera in conversione del decreto la Lega vota contro il green pass (insieme con FdI ed ex 5 Stelle). È così che Salvini sostiene il governo?", si chiede su Twitter. "Le maschere durano poco e oggi in commissione Affari sociali la Lega, votando per la soppressione del green pass, ha fatto finalmente cadere la sua - protestano dal M5s -: ora sappiamo che la linea del partito di Matteo Salvini è quella delle piazze No Green pass e No Vax. Un atteggiamento irresponsabile nel momento in cui il governo e le istituzioni sono impegnati al massimo per raggiungere il più alto tasso di vaccinazione anti Covid".

La Lega aveva presentato in origine 900 emendamenti al decreto Covid, in commissione c'è stato un contingentamento e gli emendamenti sono stati ridotti a 40. Ma su questi ultimi il partito di Matteo Salvini ha fatto muro, indisponibile a ritirarli, come chiesto dagli altri partiti di maggioranza. "Se lo Stato impone il green pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti", afferma Salvini. "Sono certificati, funzionano, costano poco e possono essere usati da tutti, come in altri Paesi stranieri. Ci sono milioni di italiani che non possono spendere altre centinaia di euro ogni settimana, in un momento già economicamente difficile. Vediamo se Pd e 5 stelle voteranno a favore di questa proposta della Lega in commissione", propone.

In serata i lavori della commissione sono stati sospesi e l'ufficio di presidenza ha deliberato un 'contigentamento' di cinque minuti di discussione a gruppo per ogni emendamento. Gli emendamenti sono circa 170, viene riferito, e in commissione la previsione è di chiudere venerdì alle 16 per portare il decreto in Aula lunedì 6 settembre.

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