giovedì 5 aprile 2012
Lo ha detto il Senatur a proposito delle indagini che riguardano la Lega. E riferendosi alle accuse verso il figlio, Renzo, ha detto: "Mio figlio mi ha portato le prove che l'automobile è sua e l'ha pagata lui, di questo sono certo perchè l'ho visto coi miei occhi".
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Travolto dalle inchieste sui soldi del partito alla sua famiglia, Bossi si dimette da segretario della Lega: "Chi sbaglia paga; ho pianto, piangevano tutti, ma ora sarei d'intralcio: si faccia chiarezza", ha detto il Senatur. "Giornata di passione, ma da oggi si riparte più forti di prima", afferma Maroni, che oggi vedrà Bossi in via Bellerio. "A mio parere sa tanto di organizzato, noi siamo nemici di Roma padrona e ladrona, dell'Italia, uno Stato che non riuscirà mai ad essere democratico": lo ha detto Umberto Bossi a proposito delle inchieste che riguardano la Lega. "Maroni non è Giuda" e ha "solo fatto una specie di corrente, i barbari sognanti, che non penso sia con me ma neppure contro di me": lo ha detto Umberto Bossi interpellato sulle contestazioni di alcuni militanti ieri nei confronti di Roberto Maroni. "La Lega è pericolosa, perché è sotto l'occhio non solo di Roma farabutta che ci ha dato questo tipo di magistrati ma anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste che interessano la gente": lo ha detto Bossi, uscendo da casa sua a Gemonio, a chi gli chiedeva quale suggerimento dà al triumvirato che regge la Lega. "Non abbiamo deciso ancora, quando faremo il congresso, allora ve lo diro": cosi ha risposto Umberto Bossi alla domanda se si ricandiderà in autunno.

Bossi ritiene che il nuovo tesoriere della Lega Stefano Stefani "debba rintracciare tutta una faccenda molto oscura, anche l'avvento di questi che poi si scoprono legati alla mafia". Bossi risponde così a chi gli chiede degli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria sulla gestione dei fondi del Carroccio.MARONI SU FACEBOOK, SIAMO PIU' FORTI DI PRIMA"Per noi giorno della passione e del dolore, ma da oggi si riparte": cosi' Roberto Maroni ha scritto sul suo profilo Facebook al termine della giornata in cui Umberto Bossi si e' dimesso da segretario federale. "Lasciate perdere i giornalisti prezzolati e le trasmissioni tv che ci sparano addosso - ha scritto Maroni, che ha postato sul suo profilo un'immagine che lo ritrae con il senatur -, oggi per noi leghisti è il giorno della passione e del dolore, ma da domani si riparte. No non molliamo mai, chi ci da per morti ci allunga la vita. Iettatori fottetevi tutti, la Grande Lega è tornata piu' forte di prima. Godiamoci la santa Pasqua e poi ale', ripartiamo alla grande. Padania Libera".BOSSI LASCIA E SI AFFIDA A UN TRIUMVIRATO"Me ne vado per la Lega". Umberto Bossi fa un passo indietro per tutelare il movimento che ha fondato 21 anni e due mesi fa, il 10 febbraio del 1991. E difendere con più serenità la sua famiglia dalle accuse di aver usato i soldi del Carroccio per "spese personali" nell'ambito dell'inchiesta in cui è indagato l'ex tesoriere, Francesco Belsito. Il 'capo' padano non si è lasciato convincere a resistere da quelli più vicini a lui, ma neanche dai più lontani, e ha scelto dimettersi da segretario federale per il bene della sua 'creaturà. L'annuncio, sebbene per alcuni fosse nell'aria, è stato travolgente.Al tavolo del consiglio federale, raccontano, molti sono scoppiati in lacrime. Bossi ha spiegato lui stesso chi saranno i componenti del triumvirato, Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Manuela Dal Lago, che guiderà la transizione fino al congresso federale che dovrebbe tenersi a ottobre. All'inizio, Bossi è apparso "abbattuto, molto amareggiato", dice chi ha preso parte alla riunione. L'assise, anche se diversi se lo aspettavano, è rimasta scioccata dall'annuncio delle dimissioni. Lo stesso Bossi si è commosso. Molti hanno insistito: 'No, capo, restà. Ma lui, irremovibile, fumava il sigaro, nervoso. Poi tutti hanno capito che la decisione era presa ed era definitiva.Sarebbe rimasto come presidente federale. In quel momento, è iniziato una specie di 'psicodramma collettivo', con molti dirigenti leghisti in lacrime e singhiozzi e il 'capo' che li consolava.Bossi ha fatto capire di essere molto amareggiato dalle accuse che riguardano la sua famiglia e profondamente addolorato perchè forse non è stato informato di molte cose. E ha fatto un accenno anche a chi sapeva dell'inchiesta e non ha detto nulla. Ma è stato determinato nel sostenere che "chi ha sbagliato deve essere cacciato".Verso la fine, ha preso parola Maroni. "Umberto per me sei come un fratello, ti ringrazio per quello che hai fatto e fai per la Lega", avrebbe detto l'ex ministro dell'Interno, accusato di essere un "Giuda traditore" dai volantini distribuiti da una decina di manifestanti, che si erano radunati fin dalle 14 davanti alla sede federale del partito per manifestare solidarietà a Bossi. L'intervento di Maroni, in consiglio, però è stato applaudito da tutti, anche dalla cosiddetta ala del 'cerchio magico'. In Lega, i dirigenti sono convinti che Bossi fosse tenuto completamente all'oscuro dell'uso spregiudicato dei soldi del partito da parte di Belsito. "È evidente che non ne sapeva nulla, aveva il comportamento di chi è risentito", raccontano. Alcuni addirittura riferiscono che il Bossi abbia ammesso che sia stato un errore far entrare il figlio Renzo in politica. Certo è che si è aperta una nuova era in Lega, imprevedibile fino alle rivelazioni di questa inchiesta. E che traghetterà il movimento, dopo 10 anni, verso il congresso per l'elezione del nuovo 'capo', al posto di Bossi. Anche se nessun altro in Lega sarà forse mai chiamato 'capo', come tutti, dall'ultimo militante ai dirigenti, chiamano lui. E non è detto che non si ricandidi. Maroni ha già fatto sapere che lo sosterrà, nel caso decidesse di farlo.
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