Più infortuni e più morti sul lavoro. Il 2017 è cominciato malissimo nelle fabbriche, nei campi e nei cantieri, con un aumento significativo delle denunce di incidenti e di vittime. L'allarme arriva dal Primo Rapporto Anmil sulla salute e sicurezza sul lavoro, presentato questa mattina in Senato dall'Associazione delle famiglie delle vittime e degli invalidi. Stando ai dati forniti dall'Inail, nel primo trimestre dell'anno le denunce di infortunio sono passate dalle 152.600 del 2016 a 161.600, con un incremento di 9mila casi, pari ad un +5,9%. Anche i casi mortali sono cresciuti in maniera ancor più preoccupante, passando dalle 176 vittiime del primo trimestre del 2016 alle 190 di quest'anno, con un aumento dell'8%. In proporzione, l'aumento ha riguardato soprattutto la componente femminile, passata dai 15 decessi dell'anno scorso ai 30 dei primi tre mesi di quest'anno, con un incremento quindi del 100%. Dopo quasi un decennio di costante crescita, sono in diminuzione le denunce di malattie professionali, calate del 3,9% in questo primo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2016.
«Tutele ancora insoddisfacenti»
«Nonostante i numerosi sforzi fatti dal legislatore per migliorare l’apparato normativo in materia - ha detto il presidente dell'Anmil, Franco Bettoni, presentando il Rapporto - i livelli di efficacia delle tutele restano ancora insoddisfacenti, specie in alcune aree del Paese ovvero in alcuni ambiti produttivi. L’evidenza di tali problematiche ha portato l’Anmil ad indagare sulla ragione di questo scollamento tra regole formali e tutele sostanziali».
Leggi ancora da attuare
Tra le cause di questo “cortocircuito” tra norme e prassi, secondo l'Associazione delle vittime del lavoro c'è anche la mancata attuazione di alcune leggi come, per esempio, il Testo Unico 81 del 2008 su salute e sicurezza. A quasi dieci anni dall'entrata in vigore, denuncia Bettoni, «sono ancora una ventina i provvedimenti da attuare e alcuni riguardano materie di grande rilievo». «Peraltro - prosegue Bettoni - le recenti riforme del lavoro, tra cui il Jobs Act, pur potendo, non hanno contribuito in modo significativo a migliorare questo quadro».
«Sicurezza, una questione culturale»
La mancata sicurezza dei lavoratori è, anche, un «problema culturale», sottolinea sempre il presidente nazionale dell'Anmil, «collegato alla necessità di veicolare e diffondere al meglio i contenuti prescritti da norme complesse, attraverso strumenti agevoli, multilivello e gratuiti, alla portata di tutti: imprese pubbliche e private; lavoratori; addetti ai lavori; consulenti e professionisti». Una lacuna che il Rapporto Anmil vuole colmare, mettendo gratuitamente a disposizione di tutti una sorta di “annuario della sicurezza del lavoro”, attraverso cui, conclude Bettoni, «l’Associazione vuole analizzare, di anno in anno, i principali interventi del legislatore, della giurisprudenza, della prassi amministrativa e del mondo dello studio e della ricerca in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che hanno caratterizzato, in modo significativo, l’anno precedente e la metà dell’anno in corso».