venerdì 2 novembre 2012
​Intervista al sottosegretario: «Con le aggregazioni funzionali ridurremo ricoveri e accessi al pronto soccorso. Inoltre, nuove tecnologie, appropriatezza delle prestazioni, lotta alla "medicina difensiva" e Centrale unica di acquisto ci faranno risparmiare decine di miliardi». (Vito Salinaro)
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​Mercoledì il Senato ha convertito in legge il “decreto sanità” voluto dal ministro Renato Balduzzi. Un provvedimento che, per dirla con le parole del sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, «cambia il rapporto medico-paziente» perché «la sanità, che per motivi tecnocratici o economico-finanziari, spesso dimentica l’uomo, restituisce centralità al paziente», introducendo la «medicina d’iniziativa».Sottosegretario, cosa cambia operativamente?Con l’introduzione delle aggregazioni funzionali territoriali - gli “ospedali di quartiere” - che si avvalgono di medici di diversa specialità 7 giorni su 7, 24 ore su 24, si ricostituisce un rapporto migliore tra medico e malato. E conseguentemente si rallenta l’afflusso indiscriminato al Pronto soccorso, che ogni anno fa registrare 20 milioni di accessi, il 3% dei quali per codici rossi. Finalmente sono costituite le basi della medicina del territorio. Spetta ora alle Regioni rendere operativo questo sforzo.Come saranno questi “ospedali di quartiere”?Detto dei medici, questi centri si avvarranno anche di strumenti diagnostici primari, ecografi ed elettrocardiografi, e della possibilità di eseguire esami comuni (sangue, urine, tamponi). Così, oltre al ricorso al Pronto soccorso, la medicina territoriale limiterà anche i ricoveri. Sul fronte strutturale, ci si potrebbe avvalere anche dei piccoli ospedali in dismissione dati in comodato d’uso gratuito ai medici con l’obbligo della manutenzione.Perché si parla di medicina d’iniziativa?Vedo che iniziano ad entrare nell’uso comune termini nuovi. Ma io parlerei prima di tutto della necessità di una “medicina narrativa”, che non significa raccontare la propria malattia. Significa che il medico, come depositario della dottrina, e il malato, che è il migliore conoscitore della propria malattia, sono soggetti paritari. Questo curerebbe il senso di estraneità che il malato avverte.Estraneità?È stato calcolato che nell’odierno tumultuoso rapporto tra medico e paziente, il tempo medio che un dottore dedica all’ascolto di un suo assistito è di 18 secondi. Ecco perché il malato si sente un estraneo.Torniamo alle applicazioni della medicina d’iniziativa.È un passo in avanti decisivo anche nella prevenzione. Parlo di prevenzione perché l’allungamento della vita media e le scarse risorse ci impongono di puntare sulla prevenzione. Ebbene, con la medicina d’iniziativa, i medici che hanno seguito nel tempo i propri malati, e che ne conoscono bisogni e necessità, anticipando eventuali richieste e invece lottando contro dimenticanze e trascuratezze degli stessi pazienti, ordinano loro esami di laboratorio, check up, trattamenti e ne verificano risultati e prospettive. Anche se questo programma necessita di tempo e di un sistema informatico adeguato, si realizzerà. E ne beneficeranno tutti.Se la medicina d’iniziativa parte adesso, a che punto è la “medicina elettronica”?La medicina elettronica è, in un certo senso, parte del progetto della medicina d’iniziativa e si basa su alcune aree fondamentali, in parte già realizzate: la cartella clinica elettronica, la dematerializzazione dei documenti sanitari, la gestione e informatizzazione di farmaci per evitare sprechi ed errori, i servizi digitali al cittadino come il Centro unico di prenotazione, il fascicolo sanitario elettronico, la sanità mobile attraverso tablet, braccialetti, smartphone che eliminano la barriera spazio-temporale e cambiano l’impatto nella gestione del governo clinico da parte del medico, per cui si possono assistere i pazienti, anche in remoto, attraverso la telemedicina, la telecardiologia, la teleradiologia. Quando si riuscirà a portare a sistema la sanità elettronica, risparmieremo 9-10 miliardi l’anno.Su quali altre economie contate?Sull’appropriatezza delle prestazioni (9-10 miliardi) e sulla lotta alla “medicina difensiva” (gli inutili e continui esami che i medici richiedono ai pazienti per mettersi al sicuro da cause civili e penali). Non a caso, la legge appena approvata depenalizza la colpa medica di lieve entità. Un’altra fonte di risparmio deriverà dalla Centrale unica di acquisto che eliminerà la vergognosa disparità nel costo dei materiali medici che raggiunge differenze fino al 500%.
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