mercoledì 11 aprile 2012
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​Pochi articoli, tre o quattro, per tamponare l’emergenza. Poi, il resto della riforma finirà nelle modifiche all’articolo 49 della Costituzione. Ma oggi pomeriggio, gli esperti incaricati dai tre partiti di maggioranza di mettere giù le linee guida per evitare altri casi di mala-gestione dei fondi pubblici, come quelli di Lega e Margherita, non scioglieranno ancora la riserva sul "contenitore" da usare per fare presto. Il Pdl resta contrario all’ipotesi del decreto, mentre non sembrano esserci ostacoli alla richiesta di Cicchitto e Gasparri della sede legislativa. Si tratta comunque di un problema secondario, di fronte alla volontà comune di arrivare al traguardo e di farlo rapidamente. Piuttosto diventa importante che sulla base di partenza messa oggi nero su bianco si trovino i consensi più ampi domani, con le altre forze politiche.Al lavoro, dunque, da oggi, saranno Rocco Crimi e Massimo Corsaro per il Pdl, Benedetto Della Vedova per Fli, Giampiero D’Alia per l’Udc, Antonio Misiani e Gianclaudio Bressa per il Pd. «Credo che potremo raggiungere un’intesa sui punti condivisi e già contenuti nelle diverse proposte di legge depositate in commissione Affari costituzionali», dice il tesoriere democratico Misiani. E in effetti già ci sono elementi su cui l’accordo appare a portata di mano. Tra questi, il coinvolgimento della Corte dei Conti come autorità di controllo sui bilanci (proposta condivisa sia dal Pd che dall’Udc). Ancora, le certificazioni obbligatorie dei bilanci, punto su cui insistono in modo particolare i democratici. Il Pd chiede anche che vengano previste sanzioni severe per chi sgarra: dalla decurtazione delle risorse fino all’azzeramento.a contro l’ipotesi di una Authority ad hoc scende nuovamente in campo la stessa Corte dei conti. I magistrati si dicono «nettamente contrari» all’istituzione di una nuova figura di controllo dei bilanci dei partiti, che – al contrario della stessa Corte – potrebbe essere in qualche modo condizionata da chi la nomina. «L’esigenza di trasparenza può essere garantita dalla Corte dei Conti che da 150 anni» svolge verifiche sui flussi di denaro pubblico, spiega infatti il presidente dell’associazione dei magistrati della Corte Angelo Buscema. Già nei giorni scorsi il presidente della Corte, Luigi Giampaolino, aveva fatto affermazioni dello stesso tenore. Resta un ostacolo alla competenza dei giudici contabili: i partiti sono attualmente semplici "associazioni di fatto", non hanno personalità giuridica. Bisognerà sciogliere il nodo nella legge allo studio in queste ore.Potrebbe invece non trovare riscontro tra gli interlocutori di Pd e Terzo polo l’idea del leader del Pdl Angelino Alfano di ricorrere al 5 per mille per i partiti, tentativo già fatto in passato e fallito per lo scarso apporto dei contribuenti. Una soluzione, questa, che non piace al Pd: «Stiamo attenti – avverte Anna Finocchiaro – perché i partiti politici devono poter contare su risorse certe e pubbliche».Su trasparenza e controllo dei bilanci si dovrebbe arrivare ad un accordo nelle prossime ore per portare subito un testo in commissione e licenziarlo in tempi stretti. Sulle regole per il finanziamento ai partiti, invece, occorrerà aspettare. Se così sarà, insomma, non sembra esserci l’esigenza del decreto. Mentre un nuovo incontro tra Monti e i tre leader Alfano, Bersani e Casini potrebbe tenersi già stasera.
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