Il sistema che permette agli esperti della Fondazione Sacra Famiglia di osservare le famiglie ospitate nelle case didattiche - .
Spalancando la porta, l’appartamento ha il profumo del nuovo. Grazioso, moderno, tecnologico. Quell’appartamento, però, è qualcosa di più: una palestra, metaforicamente. Per allenarsi alla sfida più grande: «La partita della vita », sorride il professor Lucio Moderato, direttore dei servizi innovativi per l’autismo di Fondazione Sacra Famiglia, onlus con un cammino di oltre centovent’anni alle spalle. Il futuro allora è qui, intrecciato ai valori della storia. A Varese, in un complesso di via Campigli, la Fondazione ha dato vita a qualcosa di unico in Europa, che corre oltre la descrizione didascalica: quattro appartamenti didattici dedicati alle famiglie con figli con autismo. È l’approccio a essere distintivo: in queste abitazioni, dotate di accorgimenti mobili pensati appositamente dai colori alla forma, arredi domotici e un sistema di videosorveglianza, le famiglie arriveranno per viverci dieci giorni, guidate in maniera invisibile dagli esperti della Fondazione.
Negli appartamenti sono infatti installate delle telecamere nascoste, e – da una control room – l’équipe di professionisti monitorerà la vita di queste famiglie, dando ai genitori suggerimenti tramite auricolari per affrontare ogni criticità. Trascorsi dieci giorni di formazione in questo “Grande Fratello buono”, inizierà una nuova partita della vita. «L’idea è nata leggendo il bisogno delle famiglie con figli con autismo, che spesso si trovano impreparate nell’affrontarne la complessità – riflette il professor Moderato –. Abbiamo scelto di rispondere al problema un’altra prospettiva.
La vita non si svolge negli ambulatori o nelle aule: si vive a partire dalle case». Osservare, correggere e consigliare, dunque: «Non sono appassionato di questi programmi tv, ma guardando casualmente il “Grande Fratello” s’è accesa una lampadina. Ho pensato a quel sistema di telecamere e ho provato a cercarne un buon uso», aggiunge Moderato. Oggi, il giusto insieme di tecnologie consente di offrire un sostegno invisibile ovunque, per accompagnare con le giuste indicazioni i genitori. Blu Home è il nome del progetto; nel cuore porta il modello Superability, creato dallo stesso Lucio Moderato, con interventi personalizzati sui bambini con autismo per svilupparne le abilità di base e promuo- vere l’autonomia. Parlano i risultati, per il metodo: i bambini e ragazzi seguiti dalla Fondazione – che ogni anno assiste più di mille persone – hanno sviluppato un incremento del 44% delle abilità cognitive e del 30% in quelle comunicative.
1 su 77
I bambini che nascono in Italia con problemi dello spettro autistico. È un dato in costante aumento
3
Gli anni di vita del bambino entro cui avviene di solito la diagnosi con visita neurologica
4 a 1
Il rapporto tra maschi e femmine affetti da autismo. Il disturbo non è uniforme tra i due sessi.
+30%
L’aumento delle capacità comunicative dei bimbi sottoposti a trattamenti individuali e personalizzati
1.000
Le persone assistite dalla fondazione Sacra Famiglia ogni anno. L’84% sono bimbi o adolescenti
C’è una precisa tabella di marcia, a scandire l’“apprendistato” dentro Blu Home: una prima giornata di accoglienza e dialogo, altri due-tre giorni di osservazione silenziosa tramite le telecamere nascoste, quindi alcuni giorni in cui mamma e papà saranno guidati dall’équipe tramite gli auricolari; dopo un settimo giorno dedicato al riposo, le ultime giornate permetteranno di verificare i miglioramenti del comportamento della famiglia, con osservazioni finali utili per proseguire il cammino in autonomia. «Continueremo a seguirli con una piattaforma di tele-educazione », spiega l’esperto.
L’inaugurazione si terrà giovedì 17 settembre; tra gli ospiti ci sarà anche Stefano Belisari, semplicemente Elio, il fondatore della band Elio e le Storie Tese, da sempre sensibile al tema. Dietro il taglio di quel nastro c’è un lavoro lungo, divenuto concreto grazie al contributo di Fondazione Vodafone, Fondazione Pasquinelli, Spazio Blu Autismo Varese e Harmonie Care. «Pensarlo non è stato semplice; realizzarlo, ancor più difficile. Oltre agli appartamenti, fondamentale è creare reti: penso ai negozi di vicinato dove un ragazzo con autismo può andare a fare degli acquisti in normalità », conclude Moderato.