sabato 29 giugno 2024
Lo storico Guzzo: tra bisogno di appartenenza e richiami camerateschi, c'è un filo identitario che non si spezza tra Meloni e Gioventù nazionale. Il parallelo con Pci e area extraparlamentare
La copertina della seconda puntata choc su Gioventù nazionale pubblicata da Fanpage

La copertina della seconda puntata choc su Gioventù nazionale pubblicata da Fanpage - Ansa

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Non si può tagliare il cordone ombelicale che lega Giorgia Meloni a Gioventù nazionale. Perché in essa si trova una parte dell’identità poi sviluppata da Fratelli d’Italia, perché la stessa premier proviene da quella storia che l’ha consacrata al governo del Paese, perché non conviene a chi oggi detiene il potere recidere legami e valori condivisi nel tempo. È necessario condannare, certo, l’antisemitismo e il razzismo, come è stato fatto dai vertici della principale forza politica del Paese, consapevoli però che di quel mondo si ha bisogno, non solo in termini elettorali. «La categoria fondamentale per comprendere il perimetro di ciò che è accaduto è quello della base, un concetto da Prima Repubblica» spiega lo storico Domenico Guzzo, che insegna all’Università di Bologna. Dentro la base, che è contemporaneamente partecipazione e militanza, c’è quel “campo largo” necessario per parlare con quelle che una volta si sarebbero definite le componenti extraparlamentari di un’area politica, a destra come a sinistra. «È uno spazio che va oltre i confini stessi del soggetto politico e che finisce per abbracciare mondi diversi, a cui non è chiesta per forza la stessa disciplina richiesta a chi ha invece incarichi ufficiali – osserva Guzzo -. È uno schema che faceva gioco allo stesso Partito comunista durante la Prima Repubblica. Il Pci non a caso aveva una base più larga dei suoi iscritti e ci dialogava, guardando ancor più a sinistra». Bisogna perciò risalire alla destra di strada capitolina, quella di fine anni Settanta, per capire cosa c’è nell’anima profonda di Fdi e cosa muove oggi il sottobosco giovanile intravisto nei video di “Fanpage” che tanto hanno fatto arrabbiare la premier. Giorgia Meloni era appena nata, eppure è a quell’appartenenza di quartiere, nata spesso in contrapposizione allo stesso Movimento sociale italiano, che occorre tornare. «Perché quel mondo aveva trovato uno spazio d’autonomia in anni molto difficili, dove la lotta armata era ancora un’opzione, senza mai tagliare i rapporti con l’area extraparlamentare». Dal punto di vista strategico, la convenienza è evidente: i ragazzi di Gioventù nazionale garantiscono identità, stando sul confine e guardando oltre, e Fratelli d’Italia in cambio riceve nuove parole d’ordine, in quell’osmosi tra vertici e base ritenuta fondamentale. Così, nel tempo, è stata aggirata la svolta troppo radicale di Fini a Fiuggi, così sono state neutralizzate potenziali mine come CasaPound e Forza Nuova, che agiscono all’estrema destra di Fdi e ne sono anche linfa elettorale. Il punto, per chi si muove sulla frontiera, è quello che Guzzo definisce come il «codice iniziatico»: i riti deliranti del saluto romano e le invocazioni al Duce «sono riflessi arcaici e forme esteriori, usati dai più giovani per riconoscersi in una comunità. Al chiuso, quando si spengono le telecamere, torna la voglia di ritrovarsi come quelli delle origini, torna il bisogno di riappropriarsi di simboli, quasi si volesse dire: qui finalmente posso dire come la penso». Non è affatto detto peraltro che slogan e battute antisemite siano davvero comprese, nella loro portata drammatica, da chi le fa. È infine anche l’esigenza di fare gruppo e di riscoprire «consuetudini e prassi di carattere cameratesco e goliardico» a prendere il sopravvento, in casi come quelli documentati dalle immagini choc di questi giorni. Così ci si muove in modo disinvolto tra comizi e riunioni riservate, si sta in linea di galleggiamento tra piazze e curve da stadio, che restano forse l’avamposto più pericoloso della galassia post-fascista. L’importante è richiamarsi a una comune identità, tra parole-chiave e gesti simbolo, riuscendo se necessario a rendere presentabili temi sulla carta inaccettabili. La memoria e la strada, in questo contesto, hanno un peso fortissimo. Così forte, a volte, da provocare sbandate pericolosissime. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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