La commissione Lavoro del Senato ha dato il via libera al ddl delega sul lavoro con il consenso unanime dei parlamentari Pd, tuttavia i malumori nel partito restano tanto che il presidente Matteo Orfini ha chiesto correzioni al testo e l'ex segretario Pier Luigi Bersani parla di "intenzioni surreali".
I lavori della commissione sono stati rallentati dalle rimostranze dei senatori di opposizione di Sel e M5S, che hanno deciso di abbandonare la seduta durante le votazioni, mentre Forza Italia si è astenuta.
La norma che vede spaccato il partito del premier Matteo Renzi è l'emendamento all'articolo 4 che introduce per i nuovi assunti il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, aprendo la strada al superamento dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che disciplina i licenziamenti senza giusta causa.
"I titoli del Jobs act sono condivisibili. Lo svolgimento meno: ne discuteremo in direzione, ma servono correzioni importanti al testo", ha tweettato Orfini al termine della segreteria del Pd di stamani.
"È assolutamente indispensabile che il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie", ha detto Bersani, che difende il reintegro, previsto dall'articolo 18.
"Leggo oggi sui giornali, come attribuite al governo, delle intenzioni ai miei occhi surreali... Vorrei ricordare che in tutta Europa, in Inghilterra, in Francia, in Germania, esiste, ancorché non obbligatoria, la reintegra. Quindi non ci raccontassero cose che non esistono".
Sempre questa mattina, i senatori del Pd si sono riuniti prima che la commissione Lavoro riprendesse i lavori per votare la delega, che andrà in aula tra il 23 e il 24 settembre.
"Ci aggiorniamo a martedì, ci sono stati solo tre interventi, comunque [il testo] va bene", ha riferito la vice presidente del Senato Pd, Valeria Fedeli.
La senatrice Pd ha però precisato che i dettagli dell'articolo 4 saranno definiti nei decreti delegati che il governo presenterà entro sei mesi dal via libera parlamentare atteso per fine anno dopo il passaggio anche alla Camera.
Come dire, c'è tempo per capire se l'intenzione effettiva del premier Matteo Renzi sia quella di escludere totalmente la possibilità di reintegro per i licenziamenti senza giusta causa prevedendo un indennizzo che aumenta con l'anzianità di servizio.
Il vicesegretario del partito Lorenzo Guerini getta acqua sul fuoco: "La delega è in corso di perfezionamento ed è giusto che il Pd discuta e definisca la propria posizione. Il Partito democratico si troverà assolutamente unito, stiamo lavorando per questo".
La prossima puntata è la direzione Pd del 29 settembre dedicata proprio al lavoro.