Le opposizioni reagiscono alla decisione del gruppo Pd di sostituire i dieci esponenti della minoranza Pd, tra cui l'ex segretario Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi,
lasciando i lavori della commissione Affari costituzionali della Camera, chiamata a votare gli emendamenti all'Italicum. Una posizione, quella della maggioranza dem, che il presidente dei deputati di Forza Italia
Renato Brunetta definisce "inaccettabile e che evidentemente vuole eliminare qualsiasi dibattito in qualsiasi senso. Di fronte a questo loro atteggiamento lasceremo al Pd tutta la responsabilità di approvarsi in commissione l'Italicum blindato, a
disonore del Partito democratico stesso".
La sostituzione dei
ribelli, subito ribattezzata "deportellum", "sa tanto di deportazione", è un
fatto "democraticamente aberrante e costituzionalmente inaccettabile". Anche la Lega e Fdi hanno deciso di seguire gli azzurri.
Non va meglio a sinistra. In trincea
Sel, che affida al capogruppo
Arturo Scotto la dichiarazione di guerra alla maggioranza renziana: "Renzi tratta la commissione come una sezione Pd.
La sostituzione è un atto grave. Sel non partecipa a farse. Lasciamo i lavori e ci vediamo in aula". Identica scelta fa il
Movimento cinque Stelle: "non ci stiamo ad
assistere alla farsa che il Pd ha imbastito in commissione Affari
costituzionali dove il padrone
Renzi ha epurato i suoi deputati. La
riforma elettorale deve essere migliorata, se non è possibile farlo in
commissione lo faremo in aula", spiega il deputato M5S e componente
della prima commissione
Andrea Cecconi. "Inutile partecipare a una
farsa in cui gli attori sarebbero in larga maggioranza burattini di
Renzi pronti ad alzare la mano ad ogni comando del capo", sottolinea
Danilo Toninelli.
Inutile il tentativo fatto dal relatore Sisto di sospendere la seduta per un'ora nella speranza che le opposizioni rinunciassero all'Aventino.
Il Pd intanto è nel caos. Con le due fazioni (renziani e minoranza) che si fronteggiano a colpi di accuse reciproche e provocazioni. "È un episodio che credo abbia pochi
precedenti nella cronaca parlamentare. È successo in passato
che un singolo parlamentare sia stato sostituito in commissione,
ma qua
siamo di fronte a una sostituzione di massa. È un
precedente che forse dovrebbe fare riflettere". Attacca in mattinata
Gianni Cuperlo, a "La Telefonata di Belpietro", sulla sostituzione di
dieci membri del Pd. Cuperlo ribadisce inoltre che una eventuale fiducia sull'Italicum metterebbe a rischio la legislatura.
"Ora sostituiscici anche in Aula. Non puoi? Peccato". scrive sul suo blog il deputato della
minoranza Pd
Pippo Civati.
"Sono sorpreso, non ne capisco la ratio. Mi pare che ci sia la volontà di strumentalizzare, di sottrarsi al confronto e di ricavare qualche beneficio politico in questo passaggio" ha detto il vice segretario del Pd
, Lorenzo Guerini, commentando l'Aventino delle opposizioni e assicurando che non ci saranno ripercussioni sulla tenuta del governo.
Ma è proprio
il premier Matteo Renzi a gettare benzina sul fuoco dettando la
linea dura contro i ribelli. Per farlo si affida a Facebook annunciando che si va
"avanti su tutto". "Fermarsi oggi significherebbe
consegnare l'intera classe politica alla palude e dire che anche
noi siamo uguali a tutti quelli che in questi anni si sono
fermati prima del traguardo" scrive il premier. Poi l'affondo sulle sostituzioni. "Chi grida allo
scandalo perché alcuni deputati sono sostituiti dovrebbe
ricordare che è non solo normale ma addirittura necessario se
crediamo ai valori democratici: si chiama democrazia quella in
cui si approvano le leggi volute dalla maggioranza, non in cui
vincono i blocchi imposto dalle minoranze" puntualizza Renzi. Lo scontro nel Pd insomma è sempre più acceso.