martedì 5 marzo 2024
Presentate da due studentesse 13enni, le 4 applicazioni che compongono la Social Mentor Gpt aiutano a condividere gli articoli
L'IA al servizio del giornalismo: ecco le App per i social
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Intelligenza artificiale e giornalismo. Due mondi che hanno molti punti in comune e che offrono un risvolto utile all’agire pastorale della Chiesa: sono uno strumento educativo. Se gettare ponti è una delle priorità della Chiesa guidata da papa Francesco, allora l’intelligenza artificiale deve entrare nella cassetta degli attrezzi dei bravi operai che nelle comunità diocesane sono chiamati a costruire relazioni, unire frontiere, connettere punti distanti tra loro.

Anche il Papa lo ha chiarito nel suo messaggio per la prossima Giornata per le comunicazioni sociali: «I sistemi di intelligenza artificiale possono facilitare lo scambio di informazioni tra generazioni diverse».

È con questo orizzonte che deve essere letta l’ultima iniziativa della Chiesa reggina – bovese. Il settimanale diocesano, Avvenire di Calabria, edizione locale di Avvenire, ha presentato una Suite di Applicazioni Gpt.

Si tratta di Social Mentor Gpt: quattro applicazioni che aiutano i giornalisti a condividere i propri articoli sui Social Network. Ogni applicazione riceve il link di un articolo e, senza che l’utente scriva alcuna indicazione, restituisce alcuni possibili post per condividere l’articolo su Facebook, Instagram, X (ex Twitter) o LinkedIn.

Ogni programma è stato progettato per restituire le bozze finalizzate a uno specifico Social, scegliendo se inserire o non inserire le emoji, gli hashtag e individuando la "call to action" appropriata.

Le applicazioni Social Mentor Gpt sono state presentate da due ragazze di 13 anni, Gaia e Rebecca, alunne della Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Reggio Calabria. Con le classi delle medie dell'Istituto Fma, infatti, sono state condivise alcune sessioni di Machine Learning che hanno contribuito alla versione definitiva delle App. Le attività di Machine Learning sono state portate avanti nel contesto di "Aula G", il "corso" di giornalismo realizzato da Avvenire di Calabria e condiviso con l'Istituto Maria Ausiliatrice.

Il giovanissimo gruppo di lavoro sull'intelligenza artificiale dell'Avvenire di Calabria. Al centro il direttore don Davide Imeneo e il direttore di Avvenire Marco Girardo

Il giovanissimo gruppo di lavoro sull'intelligenza artificiale dell'Avvenire di Calabria. Al centro il direttore don Davide Imeneo e il direttore di Avvenire Marco Girardo - Avvenire di Calabria

Il direttore di Avvenire, Marco Girardo, ha partecipato all’evento di presentazione: ha tenuto una relazione sul tema “Transizione digitale, perché anche i giornali devono affrontarla”. Commentando la novità di Avvenire di Calabria, il responsabile del quotidiano di ispirazione cattolica ha detto: «Ciò che ci hanno presentato le due ragazze è di una ricchezza incredibile. Questo è un uso intelligente dell’Intelligenza artificiale generativa, perché permette di sviluppare contenuti di qualità promuovendoli attraverso i Social Network, automaticamente su tutte le piattaforme. E lo hanno fatto due ragazze di 13 anni!».

Le due ragazze Gaia e Rebecca, che hanno presentato Social mentor Gpt per l'Avvenire di Calabria

Le due ragazze Gaia e Rebecca, che hanno presentato Social mentor Gpt per l'Avvenire di Calabria - Avvenire di Calabria

L’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Morrone, ha espresso la prospettiva pastorale di questa iniziativa promossa da Avvenire di Calabria: «Siamo chiamati con intelligenza critica ad abitare questi nuovi territori prestando la giusta attenzione a ciò che è già in atto, ma contribuendo al loro sviluppo con i nostri contenuti e la nostra presenza». L’esserci della Chiesa, continua Morrone, «è necessario per indirizzare e per orientare le nuove generazioni che sono già dentro, mentre noi boomers siamo rimasti un po’ fuori. Questa è una grande sfida, una grande opportunità in cui il pensiero viene provocato: affrontiamola insieme. Si tratta di pensare diversamente, in modo altro, ma con istanze antropologiche ed etiche che per noi cristiani sono fondamentali. È un modo con cui possiamo portare in queste nuove agorà l’eterno Vangelo che in sostanza è la promozione dell’umano in tutti i sensi».

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