Le morti sul lavoro sono in aumento - Ansa
Anche nella Giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro, un operaio ha perso la vita. È successo nella sede del ministero degli Esteri, a Roma, durante la manutenzione di un ascensore. La vittima, Fabio Palotti, 39 anni, padre di una bambina, è precipitata nel vano dell’ascensore, che all’improvviso si sarebbe messo in moto. L’uomo è morto sul colpo e sulla tragedia la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Alla famiglia del giovane operaio è arrivato anche «il più sentito e commosso cordoglio» del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Intanto, oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrerà all’istituto salesiano “Bearzi” di Udine, i genitori di Lorenzo Parelli, il 18enne morto il 21 gennaio alla Burimec di Pavia di Udine, all’ultimo giorno di stage.
«Dall’Italia dati preoccupanti sull’aumento di morti» sul posto di lavoro, denuncia l’Osservatore Romano. E papa Francesco scrive in un tweet: «Lavorare in sicurezza permette a tutti di esprimere il meglio di sé guadagnando il pane quotidiano. Più curiamo la dignità del lavoro e più siamo certi che aumenterà la qualità e la bellezza delle opere realizzate».
Come si vede, dunque, la tragedia delle morti sul lavoro non conosce flessione e, anzi, gli ultimi dati diffusi sempre ieri dall’Inail, raccontano un fenomeno in preoccupante recrudescenza. Nel primo trimestre del 2022, infatti, le denunce complessivamente pervenute all’Istituto di assicurazione sono state di oltre il 50 per cento superiori rispetto a quelle del primo trimestre del 2021 e il 48,3% in più sullo stesso periodo del 2020, agli albori dunque della pandemia.
Tra gennaio e marzo di quest’anno sono stati denunciati 194.106 infortuni sul lavoro, rispetto ai 128.671 di un anno fa e ai 130.905 di gennaio-marzo 2020. Ad aumentare sono stati sia i casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 115.286 del 2021 ai 176.545 del 2022 (+53,1%), sia quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 31,2%, da 13.385 a 17.561. Inoltre, gli infortuni alle lavoratrici sono aumentati del 72,9%, passando da 51.550 a 89.130 denunce.
Per quanto riguarda i casi mortali, sempre nel primo trimestre di quest’anno le denunce registrate dall’Inail sono state 189, il 2,2% in più del 2021. L’incremento, si legge in un comunicato dell’Inail, «è legato solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 14 a 24, mentre quella maschile scende da 171 a 165». Inoltre, a morire sono soprattutto i giovani. «Dall’analisi per classi di età – prosegue la nota – da segnalare gli aumenti dei decessi tra gli under 40 (da 34 a 49 casi) e tra i 45-49enni (da 22 a 24), in calo quelli tra i 40-44enni (da 17 a 16) e tra gli over 49enni (da 112 a 100)».
Crescono, infine, anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 14.517 (+6,9% rispetto al primo trimestre dello scorso anno).
Ad aggravare ulteriormente un quadro già drammatico, «è l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa, la cui media in Italia nei primi tre mesi dell’anno è di 6 decessi ogni milione di occupati», sottolinea Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering, che ha elaborato una mappa “a colori” dell’Italia, come quella adottata durante la pandemia.
A finire in “zona rossa”, al termine del primo trimestre del 2022, con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale sono Molise, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Toscana e Marche. In “zona arancione” troviamo Puglia, Veneto, Abruzzo e Lombardia, in “zona gialla”, Sicilia, Calabria, Umbria, Emilia Romagna, Sardegna, Piemonte, Campania e Lazio e in “zona bianca” Friuli Venezia Giulia, Liguria e Basilicata.