sabato 8 dicembre 2012
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​Il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) rilancia la sfida. In politica e nella società si può e si deve stare da cristiani. Soprattutto in un tempo come il nostro, segnato dalla crisi. L’appello, che fa eco a quelli del Papa e dei vescovi, è risuonato ieri nel convegno organizzato a Roma per concludere le celebrazioni del quarantennale di fondazione del Movimento. Appello a più voci, perché a quella del presidente nazionale Carlo Costalli, si sono aggiunti gli interventi del ministro per i Beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi, e di diversi docenti dell’Università Cattolica, nella tavola rotonda moderata dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.Al centro dei lavori un libro, curato da Evandro Botto e intitolato «Nel mondo perché cristiani», che ripercorre i primi 40 anni di Mcl. Ma la storia è stata un valido pretesto per aprire ampi squarci sulla cronaca. Perché, come ha sottolineato Ornaghi nel suo saluto filmato (il ministro ieri era a Milano per impegni istituzionali), «Mcl si colloca sul crinale tra politica e società. Crinale talvolta aspro, ma comunque fondamentale». Per questo motivo, ha aggiunto, «l’odierna stagione storica richiede un ulteriore deciso passo ai cattolici impegnati in politica, nel sociale, in ambito culturale». Serve «coerenza», ha raccomandato, e occorre «evitare il bipolarismo dei valori, come se stare dalla parte di vita e famiglia fosse di ostacolo all’impegno sociale e viceversa». Al contrario, invece, è necessario «creare sinergie e alleanze» all’interno del mondo cattolico e con forze esterne, per «cercare soluzioni stabili e giuste per questioni come l’occupazione, le politiche per la famiglia, la cooperazione internazionale, l’integrazione e lo sviluppo sostenibile».In sostanza, ha sintetizzato Costalli, «la crisi che viviamo chiama tutti i cattolici a tornare ad assumersi la responsabilità del bene comune, anche attraverso l’impegno diretto nelle istituzioni dove può essere utilmente impegnata una classe dirigente preparata ed eticamente motivata».Di qui l’invito a guardare anche le opportunità del momento attuale. Per il sociologo Giancarlo Rovati, «recenti ricerche dimostrano che gli italiani più che disinteressati alla politica, ne sono delusi». Dunque, «ci sono le premesse non solo per l’antipolitica, ma anche per nuove forme di politica vera. E a chi saprà interpretare questa esigenza gli elettori daranno il loro voto». Lo stesso vale per il mondo del lavoro. Far dialogare quest’ultimo con scuola e università è, per il giuslavorista Michele Tiraboschi, la strada maestra per offrire ai giovani possibilità occupazionali. E in rapporto all’Europa, ha aggiunto Vittorio Emanuele Parsi, «la crisi può spingerci a tirar fuori le nostre energie più belle». Servono però formazione – «una strada che Mcl ha imboccato con decisione fin dalla sua nascita», ha detto lo storico Daniele Bardelli – e «costante riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa» (Evandro Botto). In definitiva, ha concluso Tarquinio, «è l’ora di un contributo dei cattolici alla vita pubblica il più possibile convinto e coeso».
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