lunedì 20 agosto 2012
​Il deposito dell'ordinanza, previsto forse per oggi, scioglierà i dubbi relativi all'utilizzo degli impianti. Ferrante annuncia di aver «rinunciato a tutti i ricorsi, ulteriore conferma della nostra disponibilità al dialogo».
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​Dopo il vertice sull'Ilva e il blitz notturno dei carabinieri del Noe per verificare se il Siderurgico si stia attenendo alle disposizioni della magistratura, c'è attesa per le motivazioni che il tribunale del Riesame depositerà forse oggi, e che sono alla base dellaconferma del sequestro dei reparti a caldo dello stabilimento. La decisione del Riesame è del 7 agosto scorso. I giudici confermarono solo tre degli otto arresti disposti dal gip Patrizia Todisco (quelli di Emilio e Fabio Riva e del direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso) e il sequestro degli impianti ordinato il 26 luglio. A quest'ultimo riguardo nel dispositivo scrissero che ai custodi giudiziari nominati veniva affidato il compiuto "di garantire la sicurezza degli impianti e utilizzarli in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti".Annotazione questa che il 10 agosto il gip Todisco ha voluto interpretare con un'ordinanza ad hoc nella quale ha sottolineato che il sequestro era stato confermato e che non vi era alcuna concessione della facoltà d'uso degli impianti sequestrati e che gli stessi andavano fermati. Opposta, invece, l'interpretazione dei legali dell'Ilva che ritengono di aver ricevuto dal Riesame la facoltà d'uso degli impianti, che sono tuttora in funzione. Il deposito delle motivazioni del Riesame dovrebbe sciogliere ogni dubbio.Nell'attesa, il presidente del gruppo siderurgico, Bruno Ferrante, evidenzia la buona fede dell'azienda e sottolinea di aver "rinunciato a tutti i ricorsi, ulteriore conferma della nostra disponibilità al dialogo". E aggiunge che l'Ilva "sta già spendendo" 146 milioni di euro per interventi a tutela dell'ambiente. Ma il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, ribatte: "Come cittadino devo constatare che qualcosa si muove e questo fa ben sperare. Ma come magistrato voglio vedere proprio i fatti". Sebastio non si sbilancia neppure su un prossimo incontro a Roma con il ministro dell'ambiente, Corrado Clini: "Finora - dice - nessun incontro c'è stato e i fatti parlano da soli", e sottolinea che salvaguardare le ragioni del lavoro e quelle dell'ambiente è "quello che ognuno si augura", "ma come magistrato non partecipo alle concertazioni. Noi dobbiamo stare rigorosamente fuori dai tavoli", "la leale collaborazione è doverosa, ma nell'assoluto rispetto delle rispettive competenze"Oggi a Roma si riunisce la commissione che dovrà rilasciare, entro il 30 settembre secondo le previsioni diClini, all'acciaieria più grande d'Europa la nuova Autorizzazione integrata ambientale che - a quanto è statodetto negli incontri politici tenuti sinora - dovrebbe recepire le prescrizioni contenute nel decreto di sequestro.
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