Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese durante l'inaugurazione a Trani della sede del comando provinciale dei carabinieri di Barletta - Andria - Ansa
Bloccare gli “appetiti” della criminalità organizzata sul mondo imprenditoriale, "soprattutto ora che anche qui arriveranno tante risorse economiche". È la mission che la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, indica in occasione dell’inaugurazione della questura e dei comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza della Bat (Barletta, Andria, Trani). Costituita sedici anni fa, la Bat non aveva ancora, ultima tra tutte le province, strutture autonome, ma dipendeva da quelle di Bari, sicuramente efficienti ma non sufficienti. Perché la Bat, come avverte il procuratore di Trani, Renato Nitti, nel colloquio che pubblichiamo in pagina, è tutt’altro che un territorio tranquillo. E l’importanza dell’apertura delle tre strutture è confermata dalla presenza oltre che del ministro, del capo della Polizia, Lamberto Giannini, dei comandanti generali dei Cc e della Gdf, Teo Luzi e Giuseppe Zafarana, del procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, del prefetto Maurizio Valiante, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, del vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi che ha benedetto la questura di Andria, mentre il comando dei Carabinieri è a Trani e quello della Finanza a Barletta.
A fare gli onori di casa il primo questore della Bat, Roberto Pellicone, una lunga esperienza di investigatore. "Siamo all’epilogo di un faticoso percorso, un lavoro di squadra". Illustra alcune caratteristiche della struttura, dai pannelli fotovoltaici al percorso tattile per ipovedenti, alla stanza per l’ascolto delle donne vittime di violenza. "Una questura aperta ai cittadini, stimolandoli alla collaborazione che è il valore aggiunto nella lotta alla criminalità. Le porte saranno sempre aperte. La missione della Polizia è esserci e noi ci stiamo". E i cittadini hanno accolto bene questa giornata, come ha sottolineato il capo della Polizia osservando la "gente assiepata fuori dalla questura, i bambini sui balconi, gli applausi. Capiscono che è un segno di ripartenza e rilancio, soprattutto in un periodo così difficile. Lo Stato c’è. E ora si guarda al futuro con grande sinergia".
Perché, avverte il procuratore nazionale antimafia, "quella che abbiamo davanti e che dobbiamo combattere non è una banda, e non lo è da anni, e attenta all’economia del territorio". È l’allarme che lanciano tutti. "Questa è una giornata di straordinaria importanza per un territorio dove c’è un mondo imprenditoriale molto attivo, ma che genera anche gli appetiti della criminalità", dice il prefetto. "C’è il rischio che le importanti attività d’impresa attirino gli appetiti delle mafie per tentare di impossessarsene", sottolinea anche il generale Zafarana. "Il territorio è attrattivo per la criminalità e per questo le nuove strutture saranno un baluardo. Quello di oggi non è coreografia ma sostanza perché le attività ora avranno una spinta in più" si dice certo il generale Luzi. Lamorgese ammette i ritardi nell’attenzione a questo territorio ma, "ora c’è una grande differenza col passato. Oggi lo Stato c’è, abbiamo dato concretezza". E di fronte ai dati record dei furti d’auto nella Bat ("Ce ne occuperemo") si dice però molto più preoccupata "dai segnali che la criminalità organizzata dà con la sua presenza invasiva sul territorio ed è su questo che dobbiamo muoverci, soprattutto per le notevoli risorse che arriveranno a livello nazionale e anche sui territori dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per tutelare l’economia legale. Altrimenti si inciderà sulla crescita della provincia. Davvero quello di oggi è un importante momento di garanzia della libertà e dei diritti".