Lorenzo Guerini è l’ombra di Renzi e con il leader pd ha visto tutti gli interlocutori con cui si è raggiunta l’intesa. Le fibrillazioni del suo partito mettono a rischio il compromesso, ma il portavoce della segreteria non crede nella scissione che nel segreto dell’urna porterebbe a rompere l’accordo. «Sarebbe una scommessa persa. Il Paese non capirebbe e la gente ci inseguirebbe con i forconi».
Renzi dice che il testo non si tratta. Non ci sono margini di modifica, neppure per abbassare la soglia del 5 al 4? Ciascuno responsabilmente ha ceduto un po’ delle proprie posizioni per arrivare a un accordo condiviso. Non c’è nulla di intangibile. Ma è chiaro che ogni modifica che mette a rischio l’impianto rischia di far saltare tutto.
Quindi anche le preferenze... Noi abbiamo ceduto su questo. Non a caso utilizziamo le primarie per scegliere i candidati. Sulla partita delle preferenze Forza Italia è stata molto chiara, ma ha dovuto cedere sul ballottaggio. Lo stesso ha fatto Ncd. È così che si costruiscono le regole del gioco.
Anche a rischio di scissione del suo partito? Questo rischio non c’è. C’è un dibattito ma la Direzione ha votato a larghissima maggioranza.
In Parlamento potrebbero esserci percentuali diverse e ieri si è dimesso Cuperlo. Rischiamo liturgie del passato. C’è stato uno scambio di opinioni aspro. Non condivido la scelta che ha fatto in questo quadro, perché rischia di mettere in campo un elemento di criticità, ma la rispetto. Ma in Parlamento bisogna lavorare responsabilmente per non far saltare l’accordo.
Dell’impianto fa parte tutto il pacchetto delle riforme, anche quelle costituzionali? Sì, anche il Senato delle autonomie e la riforma del titolo V.
Vuol dire che Berlusconi rinuncia al voto subito? Credo che anche questa debba essere valutata come una novità positiva.
La giustizia fa parte del patto? Il tema non è stato proprio trattato.
Sarà nel patto di governo? Il patto sarà oggetto di confronto con le forze di maggioranza, ci saranno le questioni legate al lavoro e al rilancio economico del Paese.
In Italia come si può arrivare a un sistema bipolare. C’è Grillo, ma anche i 'partitini'... Nessuna legge elettorale può determinare i processi politici. I Cinquestelle sono esplosi per l’incapacità di decidere degli ultimi anni e sono destinati a sgonfiarsi se la politica riprende a decidere. Quanto ai piccoli partiti, nessuno vuole comprimere gli spazi di presenza politica delle forze minori, ma questo non deve trasformarsi in un potere di ricatto. Noi guardiamo a una prospettiva diversa dall’Unione.
Diversa in cosa? Le clausole previste nella legge elettorale spingono ad aggregare, e a evitare rendite di posizione. La partita delle soglie si definirà in queste ore.
Sel potrebbe essere inglobata dal Pd? Sel può superare il limite previsto. Dobbiamo essere rispettosi del dibattito nelle forze politiche.
Senza accordo salta il Letta bis e si va a un Renzi 1?Non giochiamo. Noi stiamo lavorando alle riforme.
La questione del governo è un’altra e noi siamo impegnati a ridefinire il patto di governo. Il ministero delle riforme ha ancora un senso? È una valutazione che compete al premier.