Coccolati. Gli ultimi. Sorridenti, un po’ intimoriti, qualcuno con le sue poche cose, aspettano pochi minuti, fanno il triage, scoprono il braccio, prima dose fatta, ringraziano medico e infermiere, poi siedono perché trascorra il quarto d’ora canonico. Tutto in un grande salone, ben diviso in tre parti, nel complesso dell’ex San Gallicano, per il primo hub vaccinale per senza fissa dimora e non solo. Nel cuore di Trastevere. Un’idea nata durante l’incontro del 26 maggio scorso tra i responsabili della Comunità di Sant’Egidio e il commissario straordinario all’emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo, che si è concretizzata ieri pomeriggio con l’apertura del ' Centro vaccinazioni Sant’Egidio contro il Covid-19', grazie anche alla collaborazione con la Croce Rossa Italiana, la Regione Lazio e la Asl Roma 1.
«È un modo per fare diventare visibili gli invisibili », spiega il generale Figliuolo: «Siamo tutti qui a Sant’Egidio – continua – per quelli che sono meno fortunati di noi o per coloro i quali a causa della loro vulnerabilità hanno bisogno di sentirsi chiamati e di venire in un centro che li sappia accogliere e coccolare». Proprio questo è «il progetto di quest’hub: vaccinare persone senza dimora, persone che sono in attesa di regolarizzazione, come le badanti straniere, e anche i giovani ». Grazie a «medici, infermieri, operatori sanitari che in maniera totalmente gratuita donano parte del proprio tempo libero per una causa e per il bene comune».
Impagliazzo: vogliamo raggiungere tutti coloro che rischiano di restare esclusi dalla campagna vaccinale. D’Amato: nel Lazio siamo al 44 per cento con doppia dose
Non ci si arrende, né esiste la fatalità, dice chiaro ed efficace Marco Impagliazzo, che presiede la Comunità di Sant’Egidio: «Non vogliamo abituarci ai morti, per questo apriamo questo hub, devo dissentire dal primo ministro di una importante nazione (riferendosi, senza nominarlo al premier britannico Boris Johnson, ndr). Vogliamo abituarci a più vita, non a più morti». Questo centro vaccinazioni «è importante, darà molta speranza a tutti gli italiani, nessuno sia escluso. Ecco, abituiamoci a più vita, questo è il nostro slogan di oggi», sottolinea il presidente di Sant’Egidio. Nel momento «in cui appare sempre più importante e strategica la protezione sanitaria di tutta la popolazione», il centro, appunto nel cuore di Trastevere, «attraverso la rete di prossimità ai più fragili sviluppata negli anni dalla Comunità, permetterà di raggiungere tutti coloro che rischiano di essere esclusi dalla campagna vaccinale, a partire dai senza fissa dimora».
Ma per l’intero Lazio «inizia ora la fase diversa», nella quale «se il cittadino non va al vaccino, il vaccino deve andare dal cittadino», parola dell’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. A proposito, nessun dissidio fra lui e Figliuolo, lo conferma quest’ultimo posando con l’assessore per una foto e scherzando spiega che «con D’Amato siamo una cosa sola» e aggiunge, più serio «il Lazio sta facendo il massimo del massimo». Già che c’è, l’assessore aggiorna i numeri regionali: «Nel Lazio siamo al 44% con doppia dose. Sono 30 i camper in giro per la Regione e ieri (lunedì, ndr) il New York Times ha dedicato una bella pagina sulla storia della vaccinazione di questa città di Roma per i meno fortunati». Adesso l’obiettivo è «vaccinare il 70% della popolazione con doppia dose entro l’8 agosto», cioè fra un mese. E «sono convinto che con questo progetto ce la faremo».