Alla manifestazione "delle famiglie per le famiglie", presentata a Roma dal Comitato organizzatore «Difendiamo i nostri figli» il Forum delle associazioni familiari ha «scelto di non aderire direttamente come Forum» in quanto come «evento di famiglie, a favore della famiglia», «la presenza di sigle sembrerebbe voler condizionare ciò che appare una diretta espressione di cittadinanza attiva». Lo spiega il presidente Francesco Belletti, precisando però che «guardiamo con grande attenzione e simpatia a questa iniziativa, perché dà ulteriore voce ad un sentire di popolo». Belletti sottolinea che anche «i membri del Comitato promotore sono in effetti presenti a titolo personale».
Dal canto suo il Forum «da diversi mesi» sostiene e attua «una modalità di intervento diversa, orientata al dialogo, al rapporto diretto con interlocutori della politica e della cultura sensibili alle nostre proposte». «Mentre il dibattito politico e parlamentare sembra rappresentare sempre meno i reali bisogni delle famiglie – argomenta Belletti in una nota – come non prendere atto delle molteplici iniziative che la società civile sta mettendo in campo per la famiglia? Come non vedere la grande reazione del sociale alla proposta di legge Cirinnà sulle unioni civili, e più in generale per fermare le infiltrazioni della strategia Lbgt nel tessuto sociale e culturale del Paese?». Il presidente ricorda l'invio da parte del Forum «a tutti i parlamentari, venerdì 5 giugno, di una lettera aperta elaborata dalle associazioni del Forum sul tema delle unioni civili e "per esprimere il forte dissenso sul testo base adottato dalla Commissione Giustizia del Senato su proposta della senatrice Cirinnà"». In tutte le iniziative degli ultimi mesi, nate da sigle associative o gruppi di famiglie o di intellettuali, «c'è un elemento comune: non sono mosse da alcun intento discriminatorio verso le persone omosessuali che vivono una relazione affettiva diversa da quella che molte coppie suggellano nel matrimonio. Riteniamo anzi che i diritti individuali di ciascuna persona non debbano dipendere dalle forme in cui si sviluppa la personalità umana. Ma non si può neppure trascurare il preminente interesse pubblico riservato alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, che deriva dal suo essere cellula fondamentale della società e culla delle future generazioni. Questa sua unicità – conclude Belletti – non può essere confusa con altre forme di relazione affettiva né può essere oggetto di logiche politiche. Sblocchi piuttosto, il Parlamento, la scandalosa iniquità fiscale tuttora presente ai danni delle famiglie con i carichi familiari più pesanti: vedrà che su questa priorità troverà ben altri consensi e ben altra generatività di bene comune».