martedì 16 maggio 2023
Il cardinale Betori: lieto che si sia trovato uno spazio adeguato
C’è un immobile per la moschea

Ansa

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Dopo anni di ricerche andate a vuoto, di ipotesi sfumate e di intese fallite, Firenze ha trovato finalmente una nuova casa per la comunità islamica presente in città. Scongiurando, al tempo stesso, il rischio che gli oltre 30mila fedeli musulmani sul territorio fiorentino restassero senza un luogo dove riunirsi per la preghiera. Lo storico centro culturale di piazza dei Ciompi – in cui la comunità si ritrova dal 2005 - è infatti sotto sfratto da dicembre e a giorni è previsto un nuovo accesso da parte dell’ufficiale giudiziario. Ma nel fine settimana scorso è arrivata finalmente la notizia tanto attesa. Venerdì sera l’imam Izzedin Elzir l’ha anticipata ai fedeli durante la preghiera del tramonto: «abbiamo trovato quello che cercavamo. La nostra è l’unica offerta per l’acquisto di un immobile qui vicino, di proprietà di una banca. Il termine per presentare offerte è scaduto».

Una cautela che era d’obbligo considerando le docce fredde degli anni scorsi, quando altre ipotesi apparentemente risolutive erano sfumate all’ultimo momento. Ma sabato mattina è arrivata la conferma ufficiale. L’offerta di un milione e 250mila euro è stata accolta consentendo alla comunità islamica fiorentina di aggiudicarsi l’ex filiale di una banca all’angolo fra piazza dei Ciompi e via Martiri del Popolo. Un immobile di due piani per un totale di quasi 500 metri quadri in pieno centro, a pochi passi da piazza Santa Croce, quasi di fronte all’attuale garage in cui i fedeli musulmani si ritrovano a pregare ormai da diciotto anni.

Il sindaco Dario Nardella l’ha definita una svolta storica per la comunità islamica (che avrà finalmente una moschea di proprietà, non più in affitto) e per l’intera città. «È un momento di grande soddisfazione», ha confermato l’imam Elzir, «ringrazio i donatori, non solo della nostra comunità, e i tanti, fra cui varie parrocchie, che sono pronti a farlo», ha aggiunto. Anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, si è detto «molto lieto che la comunità islamica, cui siamo legati da lunga e sincera amicizia, abbia trovato lo spazio adeguato per professare liberamente la propria fede religiosa».​

Adesso si tratta di capire cosa accadrà l’8 giugno, giorno in cui è previsto il terzo accesso dell’ufficiale giudiziario che dovrebbe rendere esecutivo lo sfratto della vecchia sede. Oltre ai tempi tecnici per il passaggio di proprietà, per rendere agibile il nuovo immobile servirà qualche mese. Forse fino all’autunno. Elzir ha ribadito che non lasceranno l’attuale moschea finché non entreranno nella nuova. Spetta ora alla Prefettura decidere su un ulteriore rinvio. Ma il sindaco Nardella si dice ottimista: «ci sono le condizioni perché questo sfratto sia definitivamente evitato».

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