giovedì 29 aprile 2021
Patronaggio: restituiti alla cooperativa Livatino gli ettari occupati abusivamente dalla famiglia di pastori
L’incontro tra il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e il presidente della cooperativa, Giovanni Lo Iacono

L’incontro tra il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e il presidente della cooperativa, Giovanni Lo Iacono - .

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Ripristinata la legalità sui terreni confiscati a metà degli anni ’80 dal giudice Rosario Livatino e assegnati nel 2012 alla cooperativa che porta il nome del magistrato ucciso il 21 settembre 1990, ma occupati abusivamente da una famiglia di pastori con 1.200 pecore. Una vicenda denunciata lo scorso settembre da Avvenire. Ieri sono stati riconsegnati alla cooperativa dopo essere stati 'liberati' grazie all’impegno dei carabinieri e della magistratura.

A farlo è stato direttamente il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio che ha voluto fortemente organizzare questo evento in contrada Gibbesi nel Comune di Naro. «Noi – ha spiegato il procuratore – siamo intervenuti, assieme ai carabinieri, che ci hanno aiutato a ricostruire la complessa vicenda e a restituire il terreno ai legittimi proprietari che oggi lo possono e devono coltivare. La grande scommessa di questa terra – ha sottolineato ancora – è lo sviluppo nella legalità. È restituire i beni confiscati alla mafia a cooperative e lavoratori che portino l’economia legale laddove c’era l’economia illegale». Davvero «una giornata importante che rappresenta la restituzione, per la seconda volta, di un bene pubblico – ha commentato il presidente della cooperativa, Giovanni Lo Iacono dopo aver ricevuto e firmato il verbale di riconsegna – . Quasi ogni anno subiamo danneggiamenti e incendi ma adesso ci possiamo ritenere liberi di coltivare in questi terreni.

Questo ora ci dà una maggiore responsabilità per garantire lì la nostra presenza, in sinergia con le Forze dell’ordine, per evitare nuove occupazioni ». È l’impegno preso an- che dal capitano Francesco Lucarelli, comandante della compagnia carabinieri di Licata. «È un segnale che lancia lo Stato. Con l’attività odierna si conclude un percorso ma se ne inizia un altro perché i carabinieri di Agrigento continueranno a stare al fianco della cooperativa nella gestione dei terreni secondo il principio della legalità». Oltre al procuratore e ai carabinieri, hanno partecipato all’evento anche rappresentanti di Libera e dell’associazione 'A testa alta' che ha più volte sostenuto la cooperativa.

Presenti anche due persone legate alla figura del magistrato ucciso trenta anni fa, il postulatore della causa diocesana di beatificazione, don Giuseppe Livatino, e Mimmo Bruno, l’ex maresciallo del corpo forestale siciliano che collaborò col giudice in tante inchieste in materia ambientale e che ha seguito tutta la vicenda della prima assegnazione dei terreni. Degli occupanti abusivi nessuna traccia, solo i resti di alcune grandi rotoballe di fieno bruciate e l’ovile con una copertura in eternit, il pericolosissimo cemento/amianto. «Si erano impegnati a portare via tutto e invece ora bisognerà smaltirlo in modo corretto e con tutte le precauzioni. Spero che non ci lascino da soli a farlo», è l’appello di Lo Iacono.

La presenza del vicesindaco di Naro, Comune assegnatario dei terreni poi affidati alla cooperativa, sembra essere un segnale di attenzione. Tutto attorno, nei terreni che da anni la cooperativa coltiva, stanno crescendo in biologico grano, lenticchie, ceci e foraggere, le stesse colture che le pecore degli abusivi più volte avevano gravemente danneggiato. Non gli unici episodi, come ha ricordato il procuratore. «La cooperativa, oltre all’occupazione abusiva, ha sempre subito incendi, danneggiamenti e furti». Ma ora si vuole davvero voltare pagina. Un primo passo. Un bel 'regalo' anche per il 'giudice ragazzino' che il 9 maggio sarà beatificato nella Cattedrale di Agrigento. Ma ci sarà da fare un ulteriore passo, la 'liberazione' di altri 70 ettari anch’’essi occupati abusivamente e coltivati, malgrado due decisioni del Tar e del Tribunale.

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