lunedì 29 aprile 2013
La fiducia con 453 sì, 153 no e 17 astenuti. Nel discorso programmatico di Enrico Letta il riferimento alla famiglia («Troppi bambini non nascono per colpa della precarietà») e a papa Francesco. Primo atto: il taglio dello stipendio dei ministri parlamentari. «Riforme entro 18 mesi o trarrò conseguenze». Oggi la prova del Senato.
I 453 «sì» a Letta: Pd e Pdl insieme per l'Italia (Roberta D'Angelo)
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Il testo integrale del discorso programmatico LEGGI
La verità e la fiducia di Gianfranco Marcelli
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Come era prevedibile, il governo Letta ha ottenuto la fiducia alla Camera dei deputati, con 453 sì, 153 no e 17 astenuti. I presenti sono stati 623, i votanti 606 e la maggioranza richiesta era di 304 voti.  Dal voto della Camera emerge un esecutivo sostenuto da tre grandi forze parlamentari: Partito democratico, Popolo della libertà e Scelta Civica per l'Italia. Con loro anche Centro democratico, il Movimento associativo italiani all'estero e le minoranze linguistiche. Ad esprimersi contro, come annunciato, sono stati invece il Movimento 5 Stelle, Sinistra e libertà e Fratelli d'Italia. La novità del giorno è stata l'astensione della Lega Nord.

Domani tocca al Senato: la prima chiama per il voto alle 13.Il discorso programmatico. È stato un discorso di ampio respiro, quello che il presidente del Consiglio Enrico Letta ha pronunciato nel primo pomeriggio alla Camera dei deputati. Volto a spiegare le ragioni di un esecutivo di larghe intese e sulle proposte programmatiche: interventi sulla crisi economica e sulla crisi della politica (dalla riforma della legge elettorale alla fine del bicameralismo), azione nell'ambito dell'Unione Europea per contribuire a ripensare le politiche per la crescita e non solo per l'austerità.E con una promessa: entro diciotto mesi riforme avviate, «o ne trarrò le conseguenze».«Priorità» del suo governo «sarà il lavoro», ha assicurato Letta. Con la riduzione sulle tasse, «specialmente per i neoassunti». E poi riducendo «le restrizioni ai contratti a termine». «Aiuteremo le imprese - ha detto il neopremier - ad assumere giovani a tempo  indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro. Non bastano gli incentivi monetari». ll governo ritiene il lavoro una priorità assoluta per bloccare l'incubo dell'impoverimento, ha affermato Enrico Letta nel suo intervento programmatico sottolineando che non basta solo il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga. E ancora: «Non si possono chiedere sacrifici ai soliti noti» è il monito che giunge dal Presidente del Consiglio, che sottolinea la necessità di «una ferrea lotta all'evasione fiscale». Si potranno studiare, ha aggiunto, «forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli piccoli e proposte di incentivi con part time misti e con la staffetta per la parallela assunzione di giovani».Anche l'Imu ha trovato posto nei primi annunci del nuovo governo: bisogna «superare l'attuale sistema sulla tassazione per la prima casa  - ha detto Letta -,  intanto da subito con lo stop sui pagamenti di giugno» per permettere al Parlamento di attuare una «riforma complessiva».Non poteva mancare, nell'incipt del discorso, il saluto all'Arma dei carabinieri e alle forze dell'ordine, dopo la sparatoria di piazza Montecitorio. «Il Parlamento deve stringersi anche all'Arma dei carabinieri e a tutte le forze dell'ordine per il servizio continuo e silenzioso che svolgono in modo encomiabile spesso in condizioni disagiate in Italia e all'estero».Un discorso che strappa numerosi applausi dagli scranni dei deputati. In un caso anche dai deputati del Movimento 5 Stelle, quando il premier annuncia la riduzione dello stipendio dei ministri (i grillini sono per lo più rimasti immobili durante l'intervento del premier, ad eccezione di quando tutti i deputati hanno applaudito in piedi i carabinieri rimasti feriti ieri nell'attentato davanti palazzo Chigi). Letta ha usato un linguaggio schietto: per ridare credibilità alla politica, ha detto, «bisogna ricominciare con la decenza, la sobrietà, lo scrupolo e la banalità della gestione del padre di famiglia. Ognuno deve fare la sua parte e a questo fine il primo atto del governo sarà eliminare lo stipendio dei ministri parlamentari che esiste da sempre in aggiunta alla loro indennità».Ha citato, tra le prime battute, il Pontefice. «Scommettete su cose grandi ha detto ieri Papa Francesco ai giovani. Abbiamo strumenti per aiutarli», perchè quella giovanile"è questione drammatica, bisogna pensare alla rabbia di chi non studia nè lavora, a quanti bambini non nascono in Italia per la precarietà delle scelte dei giovani genitori. Non è demografia è una ferita morale, non devono esistere generazioni perdute. È un suicidiodella nostra economia rinunciare a investire sui giovani».Ancora, Letta ha sottolineato che «bisogna chiudere rapidamente la partita del federalismo fiscale, rivedendo il rapporto fiscale tra centro e periferia, salvaguardando la centralità dei territori delle Regioni e valorizzando le Autonomie speciali». Secondo il premier si può anche prendere spunto dal lavoro della commissione dei saggi «per l'eventuale riorganizzazione delle Regionice dei rapporti tra loro».Dopo il discorso programmatico di Enrico Letta, si è aperto il dibattito in vista del voto di fiducia.  Bene aprire un dialogo tra forze diverse per dar vita ad un governo "di servizio" per il Paese, ma che questo non suoni come "di corresponsabilita" per il passato. E soprattutto il Pd non perda di vista il suo orizzonte politico. Sono queste alcune delle 'raccomandazionì che fa al governo Rosy Bindi assicurando la sua fiducia ("pur con tutti i miei dubbi sull'operazione politica") al nuovo esecutivo di Enrico Letta che oggi si appresta ad incassare la fiducia dalla Camera.Il M5S non ha risparmiato il governo ma soprattutto Enrico Letta e Angelino Alfano. A parlare è stato Andrea Colletti, accusando il governo di essere "una mano di vernice su un muro irrimediabilmente rovinato dalla muffa" e attaccando la scelta di Alfano al ministero dell'Interno richiamando la "trattativa stato mafia e il bavaglio alla magistratura" e il rapporto di parentela tra Enrico Letta e lo zio Gianni, esempio di "intreccio familistico". La replica di Letta al dibattito: «Non voglio vivacchiare». «Il parlamento deve recuperare la sua centralità. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, replicando al dibattito sulla fiducia, durante il quale molti avevano sollecitato maggiore rispetto per le Camere. "La caratteristica principale di questo governo è di creare la riconciliazione tra governo e Parlamento, dopo un decennio di rapporto di fatica a riconoscere il fatto che il Parlamento è il luogo centrale di sovranità del Parlamento". Letta ha auspicato il dialogo tra governo e Parlamento "sulle riforme costituzionali con tutti i gruppi, per il resto con la maggioranza". Anche i ministri, ha assicurato Letta, saranno "disposti e disponibili all'interlocuzione". "Non ho intenzione di sopravvivere e vivacchiare a tutti i costi". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, in replica al dibattito sulla fiducia. "Noi ci siamo buttati in tempo reale in questa avventura e abbiamo detto che questo servizio al Paese lo vogliamo compiere con coraggio, ma sapendo che abbiamo bisogno del tempo necessario per essere in grado di essere operativi da subito". "Ho detto prima - ha ricordato Letta - che l'obiettivo che ci diamo è di verificare se il tema del cambio della Costituzione fra 18 mesi sarà ragionevolmente al termine positivo del suo percorso, perchè  vorrà dire che questo governo sarà servito al dialogo tra le forze politiche dopo 40 anni di inconcludenza". "E aggiungo: come dopo il colloquio con Napolitano dissi non avrei formato il governo a tutti i costi, ora dico che non ho intenzione di sopravvivere e vivacchiare a tutti i costi" ha concluso il premier.

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