«La Santa Sede ha appreso con sorpresa e preoccupazione le recenti vicende in cui è stato coinvolto» l’ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. E «ripone nell’autorità giudiziaria italiana la massima fiducia che le prerogative sovrane riconosciute alla Santa Sede dall’ordinamento internazionale siano adeguatamente vagliate e rispettate». Lo afferma un comunicato reso pubblico ieri sera dalla Sala stampa della Santa Sede. Le vicende giudiziarie che suscitano la «sorpresa» e la «preoccupazione» vaticana sono state raccontate da vari organi di stampa, con particolari riguardanti anche documenti sequestrati dalle autorità giudiziarie attinenti lo Ior, e in particolare un presunto dossier o memoriale difensivo che lo stesso Gotti sarebbe andato preparando. A tal riguardo è bene ricordare, come sottolineato dal suo legale, l’avvocato milanese Fabio Palazzo, che Gotti «non ha consegnato spontaneamente, e cioè per sua decisione, alcun materiale ai magistrati: i Pm di Napoli e Roma hanno acquisito tale materiale attraverso un sequestro da loro disposto all’esito delle perquisizioni eseguite su disposizione della Procura di Napoli». E che «tra il materiale sequestrato vi erano degli appunti di lavoro che contenevano elementi utili per controbattere alle accuse che gli erano state fatte quando è stato sfiduciato nel suo ruolo di Presidente dello Ior». Nel comunicato diffuso dalla Sala Stampa ieri si conferma inoltre la «piena fiducia» della Santa Sede «nelle persone che dedicano la loro opera con impegno e professionalità all’Istituto per le Opere di Religione», in pratica all’attuale dirigenza dello Ior, e si sottolinea che la Santa Sede «sta esaminando con la massima cura l’eventuale lesività delle circostanze nei confronti dei diritti propri e dei suoi organi». Infine nel comunicato «si ribadisce», con toni più attenuati rispetto al comunicato dello scorso 24 maggio, «che la mozione di sfiducia adottata nei confronti del Prof. Gotti Tedeschi da parte del Consiglio di Sovrintendenza è stata fondata su motivi oggettivi, attinenti alla governance dell’Istituto, e non determinata da una presunta opposizione alla linea della trasparenza, che anzi sta a cuore alle Autorità della Santa Sede, come all’Istituto stesso».
G.C.