martedì 11 dicembre 2012
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I sacrifici di milioni di italiani non andranno in fumo nel giro di poche sedute. Semplicemente, l’improvvi­sa accelerazione con cui è stata accor­ciata la vita al governo in carica ha ri­cordato come il rischio politico sia il no­stro eterno tallone d’Achille. Lo dicono gli analisti interpellati da Avvenire che ora guardano al voto anticipato, ai suoi ipotetici risultati e – va detto – in diver­si casi auspicano un ritorno 'in cam­po' a qualche titolo di Mario Monti.
«Gli investitori internazionali, come le autorità d’area euro, temono un ritor­no dell’Italia agli anni passati. Quando, forse, del debito pubblico, del suo pe­so, del suo divenire inte­ressava poco alla politi­ca del nostro Paese», spiega Angelo Drusiani, esperto obbligazionario di Banca Albertini Syz. «L’esecutivo tecnico ha sì riempito di tasse i cit­tadini, ma se non l’aves­se fatto, probabilmente, il debito pubblico italia­no avrebbe potuto travolgere l’intera nazione. Una campagna elettorale con­dotta sul filo dell’antieuropeismo – pro­segue Drusiani – potrebbe essere il leit motiv di una parte non certo seconda­ria delle forze politiche in campo. E que­sto spaventa i mercati, perché se il fu­turo governo non rispetterà gli impe­gni presi, sia dall’secutivo precedente (pareggio di bilancio), sia da questo (ri­sanamento del debito e rilancio eco­nomia), il banco potrebbe saltare. E con il banco la stessa filosofia che ha por­tato alla nascita della moneta unica...».
Per Francesco Citta, dell’ufficio studi di Copernico Sim, «le annunciate dimis­sioni del governo Monti hanno accele­rato un percorso già delineato nei suoi aspetti generali ossia la fine dell’attua­le legislatura. A spaventare i mercati non è stata tanto la prospettiva di nuo­ve elezioni quanto piuttosto l’impres­sione di dover convivere, nei prossimi mesi, con una campagna elettorale che potrebbe diventare logorante; è risa­puto infatti come i mercati finanziari non gradiscano le situazioni di incer­tezza e quello che si sta delineando è un periodo potenzialmente instabile». La situazione italiana è al centro del­l’attenzione internazionale. «La do­manda chiave per gli investitori è se le politiche d’austerità e le riforme strut­turali proseguiranno nel dopo Monti», spiega in una nota Azad Zangana, Eu­ropean economist di Schroders. «Si pre­vede che il Partito democratico guida­to da Pier Luigi Bersani proseguirà nel solco della road map tracciata da Mon­ti ». Il fatto che «un partito pro-auste­rity » sia favorito nelle elezioni, assieme al conseguimento dell’avanzo prima­rio, «potrebbe rappresentare un’ulte­riore opportunità d’acquisto di bond e azioni italiane», conclude l’analista.
Secondo Rbs «il Pd è stato un fedele so­stenitore del governo Monti e potreb­be chiedergli di partecipare, anche se lui recentemente ha negato di essere interessato a un posto da ministro in un governo guidato dal Pd. In alternativa, potrebbe aderire a un partito di cen­tro, come l’Udc, e fare comunque par­te della coalizione. Questo scenario im­plica ancora una certa volatilità per gli spread – soprattutto senza Monti». Per il Credit Suisse la decisione presa dal premier rappresenta «una novità» nel­lo scenario politico italiano. Se da una parte aumenta l’incertezza, «inevitabi­le » in questa fase pre-elettorale, dal-­l’altra «prefigura risultati forse miglio­ri (in termini di stabilità del mercato) che in caso contrario».
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