Ansa
Ci sono due fantasmi che aleggiano su ogni azione di governo: lo spread e le agenzie di rating. Dopo le notizie dell’aumento del debito pubblico e le conseguenti oscillazioni del nostro spread, il governo corre ai ripari. Nelle prossime settimane Standard & Poor, Fitch e Moody’s daranno le pagelle ed emetteranno giudizi sul nostro Paese, il primo sarà proprio S&P il 20 ottobre e di Dbrs il 27 ottobre, così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha voluto incontrare – dopo la stesura della Nadef – le agenzie di rating per tranquillizzare sulla stabilità del sistema Italia. E lo ha fatto stamattina proprio «per dimostrare la credibilità e solidità del Paese». A confermarlo lui stesso collegandosi a Comolake, l'evento dedicato all'innovazione promosso dal sottosegretario Alessio Butti, in cui ha sottolineato che in politica «si devono fare scelte, a partire dalla legge di bilancio e abbiamo deciso di usare i margini della finanza pubblica per stimolare l'economia reale attenuando l'impatto che la contrazione del ciclo economico a livello internazionale può avere sulla crescita. È un percorso che nasce dalla volontà di fare chiarezza e lealtà nei confronti dei cittadini, dobbiamo essere sinceri e dire cosa possiamo fare e cosa no».
Innovazione tecnologica e partnership pubblico-privato sono le leve che, secondo il responsabile dell’Economia, possono far schiodare il nostro Pil da una crescita a zero virgola. «Oggi la competizione sulle tecnologie innovative è il tratto distintivo delle grandi potenze, è soprattutto una questione della sicurezza nazionale. Da questo – aggiunge Giorgetti - dipenderà il peso specifico e la sostenibilità finanziaria e socioeconomica» dell'Italia. Ma per promuovere l'innovazione – il seguito del ragionamento - dobbiamo inoltre migliorare la capacità di combinare risorse pubbliche e private, a partire dalle garanzie pubbliche al credito da utilizzare in modo sempre più mirato». Per questo motivo, «la legge di bilancio dedicherà notevoli risorse agli investimenti pubblici e al supporto per quelli privati tramite strumenti quali i contratti di sviluppo, gli accordi per l'innovazione e i progetti di comune interesse europeo, strumento che favorisce la collaborazione europea proprio sulle tecnologie innovative e in cui le imprese italiane hanno dimostrato di poter eccellere, dai semiconduttori all'idrogeno, dalle batterie al biotech».