A Roma il 7 e l'8 aprile l'incontro Italia-Egitto
È attesa il 7 e 8 aprile a Roma la delegazione degli inquirenti egiziani guidata da Hesham Samir, assistente del procuratore generale egiziano Nabil Sadiq, per incontrare i colleghi italiani sul caso di Giulio Regeni. A dirlo è stato il cancelliere Kamel Samir, direttore dell'Ufficio per la cooperazione internazionale presso la procura generale egiziana, in un'intervista ad "Agenzia Nova". Sarà assente dunque il procuratore generale egiziano, Nabil Sadiq, l'alto funzionario egiziano che assicurò ai magistrati italiani lo scorso mese di marzo che
avrebbe personalmente seguito il caso.
La precisazione di Samir giunge dopo una serie di voci diffuse dai media internazionali riguardo ad una cancellazione del viaggio in Italia della delegazione.
Samir ha spiegato che la missione egiziana comprenderà, fra gli altri, diversi alti funzionari del ministero dell'Interno, senza tuttavia specificare nomi. Il funzionario ha dichiarato che farà parte della delegazione anche il responsabile della procura di Giza, Hossam Nassar, che finora ha seguito le indagini riguardanti il caso del giovane ricercatore italiano scomparso lo scorso 25 gennaio al Cairo e ritrovato morto il 3 febbraio.
Il dossier di 2mila pagine
Secondo quanto riferito in questi giorni dai media egiziani, sarebbe diviso in almeno tre parti il dossier di oltre 2mila pagine contenente gli interrogatori di
circa 200 testimoni sul caso dell'omicidio di Giulio Regeni.
Fonti della sicurezza egiziana hanno riferito al quotidiano "al
Shouruk" che il dosseir è sfaccettato. "Prima di tutto i
movimenti dei colleghi subito dopo l'annuncio dell'omicidio; in
secondo luogo la vicenda della banda criminale e degli effetti
personali di Regeni trovati nell'appartamento della sorella del
capobanda nel distretto di Shobra al Khaima; infine le
informazioni trovate dall'analisi del portatile", scrive il
quotidiano egiziano.
Nel dossier, stando alle indiscrezioni della stampa egiziana, vi sarebbero
anche le dichiarazioni dettagliate degli amici, dei testimoni e
dati sugli ultimi spostamenti di Regeni al Cairo, oltre alle
dichiarazioni dei suoi vicini di casa. La documentazione
conterrebbe anche dettagli sull'uccisione dei membri della
banda che aveva con sè i documenti di Regeni.
Il governo egiziano protesta: le dichiarazioni di Gentiloni complicano i rapporti tra Roma e il Cairo
La parole espresse oggi al Senato dal capo della Farnesina, Paolo Gentiloni, sul caso Regeni complicano la "situazione" dei rapporti tra Roma e Il Cairo. Lo
afferma una nota del ministero degli Esteri egiziano. "Visti i
forti legami storici tra i popoli e i governi dei due paesi e
che gli ultimi avvenimenti testimoniano il coordinamento nelle
indagini sulla morte di Regeni, l'Egitto si astiene dal
commentare il discorso del ministro Gentiloni", riferisce nel
comunicato il portavoce del ministero egiziano, Ahmed Abu Zeid.
"Il discorso e le osservazioni di Gentiloni - continua ancora
il comunicato - complicano ulteriormente la situazione alla
vigilia dell'arrivo della squadra di pubblici ministeri e di
alti funzionari egiziani a Roma per condividere con gli
inquirenti italiani gli ultimi sviluppi nelle indagini".
Il ministro degli Esteri in un'audizione al Senato sul caso Regeni: «Pretendiamo la verità». L'Egitto protesta. Il 7 e 8 aprile a Roma arriveranno gli inquirenti egiziani con un nuovo dossier di 2mila pagine sulle indagini.
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