Annamaria Furlan
«Adesso dobbiamo mettere in sicurezza i risultati importanti ottenuti per i lavoratori. Questa legge di bilancio è l’ultima prima delle elezioni e il futuro è incerto. Rinviare ancora sarebbe un grave errore». La leader della Cisl Annamaria Furlan è decisa a firmare l’intesa con il governo sulla previdenza.
Segretaria, pensate che sia meglio un uovo oggi che la gallina domani (forse), o che cosa?
Pensiamo di aver ottenuto il massimo già oggi. È il coronamento di un anno di confronto serio con il governo sulle politiche per il lavoro e le pensioni. Nel quale alla fine siamo riusciti a ripristinare il principio – prima negato – che non tutti i lavori sono uguali e che ce ne sono alcuni, gravosi, per i quali deve essere prevista una quiescenza anticipata. Ora il governo è pronto a riconoscerlo per 15 categorie non solo per le pensioni di vecchiaia, ma anche, rispondendo positivamente a una nostra richiesta, per le pensioni anticipate. Così come l’esecutivo ha accettato di modificare il metodo di calcolo dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita e si è impegnato a proseguire nella sperimentazione dell’Ape sociale (il prestito pensionistico a carico dello Stato, ndr) con la creazione di uno specifico fondo di finanziamento. In totale sono stati mobilitati 300 milioni di euro. Non si tratta di risultati da poco...
Non avete ottenuto, però, di sganciare l’aumento dell’età pensionabile dall’allungamento dell’aspettativa di vita.
Ma noi non abbiamo mai messo in discussione il principio. Abbiamo contestato il metodo di calcolo, che ora sarà rivisto, e il fatto che dovesse riguardare allo stesso modo tutte le professioni, ottenendo invece che per quelle più gravose non scattassero aumenti né dell’età pensionabile né degli anni di contribuzione.
Non pensate che un futuro Governo, con un Parlamento diverso, possa fare di più sulle pensioni, in senso più favorevole ai lavoratori?
Questa è l’ultima legge di bilancio della legislatura, cioè l’ultima occasione per mettere in sicurezza risultati così importanti. Come si dice: del doman non v’è certezza... E poi c’è l’impegno a proseguire il confronto tecnico sulle mansioni specifiche da considerare gravose e sulla separazione tra assistenza e previdenza.
La Cgil è invece molto insoddisfatta e già progetta una mobilitazione. Se, come lei dice, sono stati ottenuti risultati importanti per i lavori più pesanti, perché questo "no"? Hanno influito forse fattori politici, le divisioni a sinistra?
Dovreste chiederlo alla Cgil, non entro nelle loro scelte. Certo, se decideranno una mobilitazione, questa sarà solo loro e non unitaria.
Secondo alcune fonti, i leader di Uil e Cgil durante la trattativa avrebbero detto di non volersi "far scavalcare a sinistra" dal Parlamento. E, a proposito di un ipotetico intervento di un futuro governo, il premier Paolo Gentiloni avrebbe risposto ironicamente: "Auguri"...
Mah, queste parole non mi pare di averle sentite durante i confronti. In ogni caso penso che i fattori e i calcoli politici debbano restare fuori dalle trattative sindacali, ben sapendo ovviamente che i negoziati non sono avulsi dal contesto generale in cui avvengono. Motivo in più per consolidare ora i risultati che abbiamo ottenuto.
E cosa risponde a chi vi accusa di sostenere solo pensionati e lavoratori anziani, penalizzando di fatto i giovani?
Semplicemente che non c’è nulla di più falso. Lo scorso anno abbiamo ottenuto il cumulo gratuito dei contributi per i giovani. Oggi, risorse per la creazione di lavoro, che resta l’obiettivo prioritario in assoluto. Sul tema di una "pensione di garanzia" per i ragazzi precari di oggi, il confronto tecnico prosegue. E anche su questo speriamo di ottenere nei prossimi mesi risultati concreti.