lunedì 6 febbraio 2012
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Si fa davvero preoccupante l’emergenza neve in Ciociaria. Erano circa 30mila lunedì mattina le famiglie ancora senza elettricità in provincia di Frosinone. La mancanza di luce e riscaldamento, e in alcuni casi dell’acqua, sta mettendo a dura prova da quattro giorni intere zone e la protesta monta. C’è chi come il professor Pietro Alviti di Ceccano ha inviato una lettera aperta al Prefetto di Frosinone, denunciando “lo stato di abbattimento che sovrasta le migliaia di cittadini di questa provincia che dopo aver ascoltato nelle trasmissioni televisive di giovedì 2 febbraio che tutto era pronto ad affrontare l’emergenza neve, dopo aver visto sfilare davanti alla telecamere i vari responsabili pronti a tranquillizzare la popolazione, si ritrovano a dover vivere da quattro giorni senza corrente elettrica e soltanto per una nevicata… E se fosse stato un terremoto?. Eppure, constata con rammarico Alviti, che ha la suocera di 80 anni al freddo, “ci sono state zone d’Italia dove le nevicate sono state più forti, le temperature più basse… e la corrente c’è!”. Ad Arpino, altro centro duramente colpito, uguale situazione per molte famiglie. Le più fortunate hanno riavuto l’elettricità dopo due giorni. “E’ stato un sollievo, perché il disagio per i bambini della nostra casa-famiglia si faceva pesante”, dice don Antonio Di Lorenzo, parroco e responsabile di una struttura di accoglienza nel centro del paese. Ma a qualche centinaio di metri di distanza ancora niente elettricità da quattro giorni nel monastero dei missionari Identes che ospita 40 profughi dalla Libia. “Stiamo stringendo i denti – racconta il superiore Padre Juan Lujan – ma non possiamo assicurare la totale conservazione degli alimenti e il freddo è davvero pungente, specie di notte”. A Santopadre, a poca distanza da Arpino, ancora 400 famiglie al buio e al freddo, con le linee telefoniche fisse in tilt. “Qualcuno sta provvedendo con un gruppo elettrogeno – racconta la famiglia Cappello al cellulare - ma per la maggior parte il disagio cresce, soprattutto laddove ci sono anziani e bambini”.
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