venerdì 20 luglio 2012
Rossella Urru a Ciampino: grazie a tutti Monti: mai un benvenuto fu più gioioso. La cooperante è atterrata in Italia in serata. Paura? Qualche volta, ma spero che questo non mi fermi
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​Sta bene, Rossella Urru. Sgrana gli occhi e si guarda attorno emozionata, sulla pista di Ciampino. Poi, quando è il momento di parlare, ringrazia tutti: l’impegno delle autorità, «che si sono impegnate per la mia liberazione e sono state accanto alla mia famiglia». Paura? «Ovviamente qualche volta c’è stata, è capitato, ma sono stata trattata bene». Poi il pensiero corre subito là, nella sua Africa, e gli occhi cambiano quasi colore: «Voglio comunque tornare a lavorare nella cooperazione. Voglio tornare. È un lavoro difficile, ma spero che tutto questo non mi fermi».Ad accoglierla, un presidente del Consiglio altrettanto emozionato e sorridente: «Siamo stati in palpitazione», spiega Monti, che poi l’abbraccia e aggiunge: «Bentornata in Italia, mai benvenuto è stato dato con tanto calore, con tanta gioia». Il resto è tutto un ringraziamento, dovuto, a chi si è adoperato per la liberazione, a cominciare dalla Farnesina per arrivare fino alla Comunità di Sant’Egidio. E a lei, alla sua famiglia, «alla forza straordinaria che hanno dimostrato».Intanto la Sardegna è in festa. Samugheo, il paese di origine della giovane cooperante rapita lo scorso ottobre in Algeria e liberata mercoledì sera, scende in strada di nuovo, striscioni e cartelli dappertutto. La mente corre ancora per un attimo a quella notte tra il 22 ed il 23 ottobre 2011, quando un commando fece irruzione in un campo saharawi, prelevando dai loro alloggi alcuni cooperanti europei: due spagnoli, Enric Gonyalons e Ainoha Fernadez de Ricon, e la giovane Rossella, da un biennio al lavoro come cooperante del Comitato Internazionale per lo sviluppo dei popoli. Da quel momento dei tre nessuna notizia.Mario Sulis, zio della ragazza e a capo del Comitato spontaneo che durante questi mesi ha mantenuto vivo l’interesse per la vicenda della giovane, non riesce trattenere la gioia. «Non è possibile dire quanto sia grande la mia felicità. Ho sempre apprezzato il lavoro di mia nipote che ha avuto sempre una spiccata propensione ad aiutare gli altri». Tra chi fa festa ci sono anche dei ragazzini che, pur non conoscendo la giovane, si uniscono alla gioia dei tutti. «Sono contento – dice Andrea – perché Rossella è libera finalmente. Non l’ho mai incontrata di persona ma in questi mesi ho imparato a volerle bene. Mi sembra di conoscerla da sempre».Studiosa del mondo arabo, laurea in Cooperazione Internazionale, trent’anni, diverse esperienze in giro per il mondo, Rossella Urru prima del rapimento svolgeva il compito di coordinatrice dei cooperatori nel campo saharawi. «Abbiamo vissuto quest’esperienza senza mai abbandonare la speranza di poter vedere questo momento. – dice don Alessandro Floris, che guida la comunità di San Sebastiano a Samugheo – Abbiamo atteso oltre otto mesi, abbiamo pregato insieme ogni settimana, per lei, ora ringrazieremo per il dono ricevuto. La gente è felice di poter riabbracciare Rossella, apprezza lo spirito missionario che l’ha spinta a lavorare lontano da casa. Siamo fieri di lei». Insieme a lui il sindaco, Antonello Demelas: «Rossella – aggiunge – è un esempio per tutti».
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