martedì 20 settembre 2016
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Siamo il primo Paese in Europa e il terzo al mondo per la spesa nel gioco d’azzardo. Un primato di cui non si può certo andare fieri. Lo scorso anno tra slot machine, gratta e vinci, gioco on line… se ne sono andati 88,5 miliardi di euro, pari al 10% dei consumi complessivi e al 4% del Pil nazionale. Ventidue volte di più di quanto speso nel 2000. Senza contare il gioco clandestino, che costituisce un piatto ricco, secondo solo al traffico di stupefacenti, per le organizzazioni malavitose. Con costi sociali, oltre che economici, pesantissimi. Di "Azzardopatia: il buco nero del gioco" si è parlato nell’evento conclusivo del Tocatì, il Festival internazionale dei giochi in strada, svoltosi lo scorso fine settimana a Verona. Ma come si concilia quest’attività che muove miliardi in modo legale con il fatto che il gioco d’azzardo nell’ordinamento del nostro Paese è una condotta illecita e sanzionata penalmente? «Basta chiamarlo con un altro nome» ha spiegato il sociologo Maurizio Fiasco, definendo «le slot machine apparecchi da intrattenimento a gettone o con moneta dove accanto ad elementi di alea ve ne sono presenti altri di abilità tali che il giocatore possa opportunamente dosare le sue strategie e quindi ottenere la vittoria o l’insuccesso». Sulla eventualità di introdurre il divieto di pubblicizzare le scommesse si è dichiarato d’accordo Marco Tarquinio, direttore di "Avvenire": «Togliere la pubblicità e liberare l’informazione è un passaggio essenziale. Quello dell’azzardo è lo stesso mondo che sta avvelenando l’economia, perché tutto diventa scommessa, dai derivati ai subprime». Damiano Tommasi ha messo in luce l’attività dell’Associazione calciatori, da lui presieduta, contro il calcioscommesse, riscontrando tra i suoi ex colleghi poca preoccupazione sul tema.Durante l’incontro, condotto con pertinenti riferimenti letterari da Gian Antonio Stella, editorialista del "Corriere della Sera", il tema dell’azzardo è stato declinato anche con la performance di Enzo Iacchetti, il racconto coinvolgente di Marco Paolini, le letture di Renato Sarti tratte da testi di Zucconi e Dostoevskij, i limericchi e le musiche dei cantautori Gualtiero Bertelli, Paolo Favorido e Simone Cimo Nogarin, oltre che con un video di Aldo, Giovanni e Giacomo.Tre bariste anti-slot – Terry Morandi, Azzurra Cerri e Loretta Pasin – hanno raccontato la loro esperienza, ricevendo un riconoscimento speciale dell’Associazione giochi antichi, ideatrice e organizzatrice del Tocatì.
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