Germania, Friburgo: campagna per la partecipazione al voto - Fotogramma
Si comincia. La decima maratona elettorale della storia del Parlamento europeo si svolge dal 6 al 9 giugno in tutti e 27 i paesi membri dell'UE. La consultazione si tiene ogni 5 anni, l'ultima volta era stato nel 2019. All'interno dei giorni fissati, i diversi paesi voteranno in tempi diversi. I Paesi Bassi ad esempio hanno già cominciato a votare giovedì, l'Italia sabato e domenica. In Italia i seggi saranno aperti dalle ore 15 alle 23 di sabato 8 giugno e dalle 7 alle 23 di domenica 9 giugno. In contemporanea con le elezioni europee si terranno le elezioni amministrative in oltre 3.900 comuni italiani. I risultati ufficiali della consultazione dei 27 paesi membri saranno disponibili sul sito del Parlamento europeo.
I primi risultati provvisori saranno pubblicati domenica sera dalle 23 in poi, dopo la chiusura di tutte le urne. Cominciano dunque i Paesi Bassi, seguiti dall'Irlanda venerdì 7 giugno e da Lettonia, Malta e Slovacchia sabato 8 giugno. Nella Repubblica Ceca le urne saranno aperte sia venerdì che sabato, mentre in Italia si voterà nelle giornate di sabato e domenica. I cittadini degli altri 20 Paesi dell'Ue (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) voteranno invece solo domenica 9 giugno.
Non in tutti i paesi il voto è dai 18 anni in su. C'è chi vota già a 16 anni in quattro nazioni: Austria, Belgio, Germania e Malta. In Grecia invece si va alle urne a partire dai 17 anni. Negli altri 22 membri dell'Unione, Italia compresa, dai 18 anni in su.
Il voto serve ad eleggere i 720 eurodeputati che comporranno l'Aula nella prossima legislatura (a Strasburgo per le assemblee plenarie, a Bruxelles dove si svolgono le riunioni delle commissioni). All'Italia ne spettano 76, poco più del 10%. Nella precedente legislatura erano 15 di meno, cioè 705. Ogni paese dell'UE ha un numero di eurodeputati compreso tra 6 e 96. Il loro numero viene deciso prima di ogni elezione, in base all'evoluzione della popolazione degli Stati membri, e in base al principio della proporzionalità degressiva, per cui un eurodeputato di un Paese più grande rappresenta più cittadini rispetto a un eurodeputato di un Paese più piccolo.
Il sistema elettorale, uguale per tutti i paesi membri, è quello proporzionale. L'Italia usa il voto di preferenza, da una a tre. Bisogna scrivere sulla scheda nome e cognome (anche solo il cognome) del candidato scelto. Se dichiarato nella lista, basta lo pseudonimo, se dichiarato come "detto" nella lista. Tra i più noti c’è - oltre al caso di Giorgia Meloni detta "Giorgia" che tecnicamente non uno pseudonimo - Elena Ethel Schlein detta "Elly", l’ex sindaca di Milano Letizia Maria Brichetto Arnaboldi detta "Letizia Moratti" o l'ex sindaco di Riace, Domenico Lucano detto "Mimmo". Se non si indicano preferenze, il voto non andrà al capolista indicato dal partito, ma solo alla lista.