Sono doppiamente pendolari: perché lavorano lontano da casa e perché devono dividersi tra le due sedi del Parlamento Europeo. A Bruxelles si mettono a punto
direttive, regolamenti e rapporti, a Strasburgo si votano: la doppia sede del Parlamento Ue segna anche una divisione del lavoro per i 751 deputati eletti in Europa che verranno scelti il prossimo 25 maggio. Il lavoro vero e proprio si svolge a Bruxelles, è lì che si elaborano i testi delle leggi all'interno delle commissione parlamentari. In Alsazia, nella discussa seconda sede del Parlamento Ue, si raccolgono i frutti di quanto seminato a Bruxelles: qui vengono votati i provvedimenti. Dibattiti che le televisioni di mezzo mondo amano trasmettere dandone un'immagine spesso imbarazzante: aula vuota e solo un manipolo di coraggiosi deputati a discutere del tema del momento. Il motivio, spiegano alcuni eurodeputati uscenti, è che spesso le sedute vengono seguite dagli uffici e si va in aula solo per fare interventi e votare. Altra differenza con l'Italia, l'Europa non è terra di "pianisti", impossibile votare per gli assenti. Il mestiere di eurodeputato è comunque un'attività molto redditizia: lo stipendio dei 75 eurodeputati italiani può arrivare, con le spese da non giustificare, le indennità e la diaria, a 16 mila euro per un deputato eletto in Sicilia (le indennità dipendono dalla distanza dal collegio di elezione). Una cifra che ancora fa storcere il naso a molti, ma che è già stata ridotta nel 2009 di circa il 30% (il salario di base è adesso di 6 mila euro) mentre sono diventati più trasparenti i rimborsi per le spese di viaggio. Anche sul fronte dei portaborse l'Europa è più severa. Niente fondi erogati direttamente ai gruppi ma 21.202 euro al mese complessivi per gli assistenti, selezionati dai deputati (esclusi i parenti diretti), ma messi sotto contratto e pagati dal Parlamento. Con questa cifra vengono pagati spesso anche assistenti in patria e non solo lo staff di stanza a Bruxelles e Strasburgo.