mercoledì 6 marzo 2024
Il volume "Enoturismo 4.0" (Agra) e un'indagine di Nomisma in 145 Comuni al centro del dibattito con Daniela Santanché. La ministra: nel settore grandi spazi per le donne, non solo nell'ospitalità
Enoturismo, un movimento da 15 milioni di arrivi
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Cresce il potenziale turistico dei distretti del vino lungo l'Italia: le cantine, che già adesso registrano 15 milioni di accessi ogni anno, ricavano in media dalle attività legate all'enoturismo il 7% del loro business complessivo. Sul settore si è fatto il punto alla sala Zuccari del Senato a palazzo Giustiniani, alla presenza del ministro del Turismo, Daniela Santanché, basandosi sui numeri dell'indagine Nomisma Wine Monitor svolta su un campione di 145 Comuni e 265 imprese. In Italia il settore vede ancora piccole cantine con accoglienza familiare, la "wine hospitality" affidata in prevalenza (oltre il 70%) a donne, ma pure qui risulta difficile (ancor più per le difficoltà logistiche di raggiungere i posti) trovare del personale formato.

È la fotografia fornita dal volume "Enoturismo 4.0 - Osservatorio Enoturismo: Evoluzione del digitale" (Agra Editrice), manuale sul turismo del vino italiano, scritto a quattro mani da Dario Stefàno (ex parlamentare di Sel e "padre" delle norme che hanno disciplinato l'oleo e l'enoturismo in Italia, e Donatella Cinelli Colombini, imprenditrice e fondatrice nel 1993 delle "Cantine aperte", con il contributo di: Le Donne del Vino, Movimento Turismo del Vino, Città del Vino. «Nelle cantine italiane serve diversificare l'offerta, aprire nei weekend e introdurre più tecnologia», hanno sottolineato gli autori. Oltre ai dati statistici e al commento sulle dinamiche di settore, "Enoturismo 4.0" contiene approfondimenti che vogliono rappresentare dei manuali d'uso per gli uffici turistici e per le cantine aperte al pubblico. Il focus, spiegato in queste sezioni da Donatella Cinelli Colombini, è sui vantaggi di un uso coordinato dei social network e della tecnologia per ampliare il bacino di utenza. Per Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, «L'Italia è il Paese più ricco al mondo di ricchezze naturali, fra biodiversità e trasversalità territoriale. Ogni campanile ha il suo vino, che rappresenta un simbolo e un bene. Il vino è cultura, storia, passione. Il problema dell'Italia è che non facciamo sistema e questo crea problemi di comunicazione sul vino a livello internazionale. L'enoturismo non è solo economia, ma divulgazione: chi viene nelle nostre aziende, diventa un nostro ambasciatore in tutto il mondo».

Il ministro Santanché ha sottolineato che Il vino «è un elemento importante per il nostro turismo anche per l'occupazione di molte donne». Un dato positivo in vista dell'imminente festa della donna perché «ho sempre pensato - ha aggiunto l'esponente di Fratelli d'Italia - che uno dei modi migliori per combattere la violenza di genere è far sì che le donne abbiano un'indipendenza economica attraverso un lavoro e un reddito». Lo dice la ministra del Turismo Daniela Santanchè alla presentazione del libro "Enoturismo 4.0 - Osservatorio enoturismo: evoluzione del digitale" che si è tenuta a Roma in Sala Zuccari a Palazzo Giustiniani.
L'enogastronomia «rappresenta un'eccellenza riconosciuta e globale ed è un settore in grandissima crescita. Molti decidono la destinazione turistica anche in base alle nostre eccellenze enogastronomiche - ha aggiunto la ministra -. Oggi in Italia abbiamo già oltre 14 milioni di enoturisti che arrivano o si spostano per seguire e frequentare il percorso del vino. Sei italiani su 10 svolgono un viaggio in base al cibo e al vino». E poi questo nostro settore «ha una peculiarità unica: il 90% delle nostre eccellenze è prodotto nei borghi», da qui l'impegno del ministero anche per aiutare molti dei piccoli borghi a rafforzare le loro offerte turistiche. Dobbiamo incanalare «la profonda conoscenza legata al vino, un'esperienza che non è legata solo al gusto - ha detto invece nel suo saluto il presidente del Senato, Ignazio La Russa -. Sfruttare questa sapienza anche per far crescere la qualità è doppiamente meritorio».


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