Il Pd ha presentato 35 emendamenti alla legge elettorale, nei quali vengono toccati tutti i temi al centro del dibattito di questi giorni, e quindi non solo le preferenze, ma anche le diverse soglie, compresa quella del 35% per evitare il secondo turno. Lo ha detto Emanuele Fiano, capogruppo del Pd in commissione Affari
costituzionali della Camera, parlando di emendamenti "trasversali" che non arrivano cioè dalle correnti interne del Partito. Tra le proposte di modifica, una abbassa dal 5% al 4 la soglia minima di sbarramento per accedere alla assegnazione dei seggi, ed una che fa scendere dall'8% al 6% quella per i partiti che si presentano da soli e non coalizzati. Inoltre c'è un emendamento tecnico che risolve il caso in cui una coalizione supera la soglia del 12%, ma nessuno dei partiti coalizzati supera quella di sbarramento del 4%. Infine un emendamento innalza dal 35 al 38% la soglia che consente di avere il premio di maggioranza senza bisogno del
secondo turno, ed un altro che la porta al 40%. "Un miglioramento della legge - ha detto Fiano - non solo è possibile, ma anche auspicabile". In ogni caso il confronto sui vari emendamenti "non dipende solo dal singolo deputato o dal gruppo parlamentare, ma anche dal quadro politico". È nutrito il pacchetto di proposte arrivate dalla minoranza del Pd. Contro le liste bloccate, uno degli elementi che meno convince il partito, tre sono le soluzioni indicate: o i collegi uninominali, con emendamento a prima firma Alfredo D'Attorre, o le preferenze, con emendamento a prima firma Rosy Bindi, o le primarie per legge, con emendamento a firma del lettiano Marco Meloni.