È tutto pronto. «Abbiamo in mano un dossier eclatante», assicura un parlamentare grillino che ci sta lavorando da mesi. Oggi il Movimento 5 Stelle presenta la richiesta del cosiddetto impeachment nei confronti del capo dello Stato. Nessun passo indietro dopo la bufera scoppiata per la frase choc del deputato Giorgio Sorial («Napolitano boia dell’opposizione»). Anzi, dall’affondo violento si passa all’attacco frontale. «Era in programma la prossima settimana, invece abbiamo deciso di accelerare i tempi», confermano uomini dello staff di M5S. In una conferenza stampa, convocata alle 11.30 alla Camera, verranno comunicati i contenuti del documento con cui i pentastellati puntano ad avviare la procedura di messa in stato di accusa del presidente della Repubblica. Fonti interne, però, forniscono in anticipo alcuni particolari. A Napolitano verrà contestato soprattutto «un ruolo attivo nella presunta trattativa Stato- mafia». Ma non solo: «Punteremo l’indice anche sui gravi silenzi del passato in tema ambientale e non mancheranno i colpi di scena». La strategia è chiara. Per la legge italiana l’ impeachment (il termine anglosassone utilizzato da Grillo per creare un maggiore effetto mediatico) non esiste. I reati previsti sono quelli di «alto tradimento» e «attentato alla Costituzione». Ed è su questo secondo punto che si sono concentrate le attenzioni dei due studi legali coinvolti per l’iniziativa. Il sondaggio online lanciato ieri sul blog per votare l’atto «più grave» commesso da Napolitano (ha vinto il punto cardine della richiesta, con il 60% delle preferenze dei 20mila iscritti che hanno partecipato) non ha influito nella stesura del provvedimento. Beppe Grillo, comunque, non ci sarà. Resterà lontano da Roma. Ma avrà un filo diretto con i fedelissimi. Insieme a una delegazione di deputati e senatori ci saranno, invece, i tecnici che hanno lavorato sottotraccia nelle ultime settimane. Nemmeno Casaleggio si è fermato nella Capitale per l’occasione. Ieri, infatti, il guru ha fatto nuovamente visita agli eletti. È la terza volta in un mese. Un segnale evidente: sono tante le questioni da affrontare e serve un controllo diretto da parte dei vertici. Per quasi tutta la giornata il 'Grillo silenzioso' ha incontrato i componenti delle varie commissioni. Non è mancata una tiratina d’orecchi per Sorial: «Ha usato toni inopportuni». Fino a tarda sera di ieri, all’interno di M5S si è valutata l’ipotesi di una marcia indietro da parte di Sorial «limitata al termine utilizzato». Alla fine, però, ha vinto la linea dura. Anche in Transatlantico, nessun distinguo ufficiale, ma il ragionamento diffuso era lo stesso: i colleghi di scranno del deputato di origini egiziane hanno criticato il linguaggio. In questo modo, veniva spiegato durante le pause dal decreto Imu-Bankitalia, «ha oscurato una conferenza stampa piena di contenuti, organizzata da alcuni parlamentari per denunciare l’illegalità e l’incostituzionalità di alcuni decreti approvati». Ecco perché, per l’appuntamento di oggi, Casaleggio ha raccomandato agli eletti la massima prudenza: «Pesate ogni parola - ha detto a porte chiuse - . Contate fino a dieci... Non possiamo permetterci altri scivoloni. Basta farci male da soli».