I diplomati magistrali resteranno in cattedra fino al 30 giugno 2020. Lo stabilisce l'accordo raggiunto tra i sindacati e il ministero dell'Istruzione, che in questo modo vogliono «tutelare la continuità didattica dell'anno scolastico in corso», si legge in un comunicato firmato dai segretari generali di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams. La necessità di arrivare a questa intesa deriva dalla sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce come i diplomati magistrali, con titolo conseguito entro l'anno scolastico 2001-2002, non abbiano diritto a iscriversi nelle Graduatorie ad esaurimento e ad entrare in ruolo. Una sentenza arrivata dopo altre, dello stesso Consiglio di Stato, di segno opposto e in forza delle quali migliaia di diplomati magistrali erano entrati in ruolo e nelle Gae. Complessivamente, gli insegnanti coinvolti nel contenzioso sono circa 30mila, di cui almeno 6mila con sentenza incombente (cioè in arrivo in queste settimane) e tremila entrati in ruolo all'inizio di quest'anno scolastico. Senza quest'accordo, avrebbero dovuto lasciare il servizio una volta ricevuta comunicazione della sentenza a loro sfavorevole. Così, invece, tutti potranno restare in cattedra fino alla fine dell'anno.
L'intesa, precisano i sindacati, tutela anche «coloro che avrebbero avuto diritto all'immissione in ruolo in forza dei medesimi provvedimenti giurisdizionali e che vedranno salvaguardati i diritti derivanti dalle posizioni occupate legittimamente nelle graduatorie».