domenica 16 giugno 2024
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La fiducia verso i media diminuisce, ma la maggior parte degli italiani continua a leggere frequentemente notizie. E il 39% degli intervistati farebbe un abbonamento se i prezzi fossero più bassi.

Sono solo alcuni dei temi che sono emersi dal Digital News Report Italia 2024, nato dal lavoro di Alessio Cornia (Dublin City University) e del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università degli Studi di Torino. Il report parla chiaro: l’interesse verso la notizia è basso. Ma il dato è perfettamente in linea con la media occidentale. Anche se, bisogna ammettere, per quanto riguarda la crescita della news avoidance (la tendenza a evitare intenzionalmente le notizie) il nostro Paese resiste in parte, rispetto, per esempio, a paesi come Regno Unito e Stati Uniti.

Nonostante ciò, quasi la metà degli italiani, il 41%, si sente sopraffatta e sfinita dalla quantità di informazione che riceve ogni giorno. Un aumento significativo rispetto al 28% del 2019. Per dare qualche dettaglio, dal report è emerso come generalmente tendono a evitare più spesso le notizie le donne, chi ha un reddito basso e chi usa principalmente i social media per informarsi. I giovani vanno controcorrente e ricadono meno, rispetto ai più anziani, in questo comportamento.

Per quanto riguarda gli abbonamenti, gli italiani non sono particolarmente propensi a pagare per informazioni online. Tra gli intervistati solo il 10% ha speso denaro, una percentuale più bassa rispetto al 12% del 2023. Il numero sale tra gli under 24, arrivando al 16%. Dall’altra parte, però, il 39% di chi non paga sarebbe disposto a fare un abbonamento se fosse più economico, mentre il 50% rimarrebbe ancorato alla propria scelta.

E comunque la diffusione delle testate online è fortemente diminuita. Secondo il report, la causa è da individuare nella crescente adozione di paywall (articoli leggibili solo a pagamento mediante abbonamento). Questione su cui riflettere, dato che “dobbiamo aspettarci presto un sorpasso dell’online”, come sottolinea il professor Cornia, sulla televisione (attualmente ancora la principale fonte di informazione). E rimanendo su internet, la maggior parte degli italiani che si informano principalmente online predilige i social (17%), rispetto ai siti o app di media informativi (10%) e quotidiani (8%).

Ma i mezzi con cui si accede alle informazioni cambiano. Da quando lo scorso marzo Facebook ha dato sempre meno spazio alle notizie (anche se la discesa è iniziata già qualche anno fa), solo il 37% degli intervistati legge articoli su questa piattaforma (la quale rimane ancora la più popolare). Una diminuzione drastica rispetto al 56% del 2020. Tra gli under 35 il crollo ha raggiunto il 24%. Anche X (ex Twitter) si trova sulla stessa linea, con un calo dal 10% al 5% in soli sei anni. Dall’altra parte sono più alti i numeri delle piattaforme con un’utenza più giovane. Instagram e TikTok si attestano rispettivamente al 33% e al 12% (ma entrambi calano di due punti rispetto al 2023).

Nonostante questi dati, il 67% degli italiani riconosce l’importanza di essere aggiornati su ciò che accade e il 63% ritiene che le notizie debbano far capire meglio un argomento e un evento. Questi numeri però entrano in contrasto con il livello di fiducia verso i media da parte dei lettori: solo il 34% crede che ciò legge sia vero. Generalmente questa percentuale aumenta per le testate meno schierate. Chiudendo sull’intelligenza artificiale, la consapevolezza degli italiani sul tema è più elevata rispetto ad altri paesi. Al contrario, sono meno preoccupati rispetto a come l’IA possa influenzare il lavoro giornalistico.




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