L'ok slitta di qualche ora, ma c'è la
sorpresa:
nel Def che doveva essere varato stamane, ma che
vedrà invece il via libera stasera dopo le 20, tra le pieghe
dei conti pubblici,
il governo ha trovato un miliardo e 500
milioni. La notizia è trapelata stamane da fonti ministeriali,
subito seguita dall'indiscrezione per cui Matteo Renzi starebbe
ipotizzando di fare ricorso a un decreto per destinare questo
bonus al welfare. L'idea a cui si starebbe lavorando è quella
di utilizzare in tempi record l'inaspettato tesoretto
per
sostenere misure a favore del sociale.
Ma la fretta che il premier ha impresso all'impiego di
questo bonus ha insospettito Forza Italia, e in particolare
Renato Brunetta, che ha twittato a tambur battente: "Pare che
Renzi voglia destinare un bonus di 1,5 mld al welfare. Per
decreto. Per comprarsi elezioni regionali come europee con 80
euro?". Scettico, per usare un eufemismo, anche
Beppe Grillo:
"Alle balle del governo non ci crede più nessuno: era solo
questione di tempo..." ha scritto il leader M5s sul suo blog.
"Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per
sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre", ha
proseguito, citando poi un sondaggio che dà conto di una certa
incredulità alle promesse di taglio di tasse nel prossimo anno
da parte del governo.
Giudizio negativo sul Def anche da parte di Susanna
Camusso: "L'impostazione del Def, per le cose che finora si
conoscono, non affronta i nodi del Paese, che sono come si crea
lavoro e come si investe". Per la leader Cgil bisogna darsi
"l'obiettivo di creare lavoro e di agire sulla creazione del
lavoro per creare ricchezza, perché altrimenti si continua a
indicare una crescita possibile, che però non si traduce in
una risposta alle persone e ai problemi che ci sono".
In attesa di leggere il testo, le polemiche si sono
concentrate sui tempi allungati, facendo parlare M5s di
"dilettanti allo sbaraglio". "Siamo tranquilli, sereni e
d'accordo" ha però stoppato Graziano Delrio, neo ministro
delle Infrastrutture. "Tutte le carte, comprese quelle del
mio ministero, sono arrivate un pò avanti nel corso delle
serata di ieri - ha spiegato per motivare il rinvio di 12 ore -
c'è bisogno di dare una ultima occhiata e siccome vogliamo
fare tutto per bene ci siamo presi altre dodici ore di tempo".
Si è svolto in mattinata il Cdm per ufficializzare la nomina di Claudio
De Vincenti come nuovo sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, con funzione di segretario del Consiglio dei ministri,
in sostituzione di Graziano Delrio che ha assunto la guida del
ministero delle Infrastrutture. Il trasferimento di De Vincenti
dal ministero dello Sviluppo, dove era viceministro, era stato
preannunciato ieri dal premier Matteo Renzi, ed è stato
ratificato stamattina in una riunione lampo del Cdm con
successivo giuramento a palazzo Chigi.
Nato a Roma il 28 ottobre 1948, De Vincenti è professore di
economia politica presso la Facoltà di Economia dell'Università
di Roma La Sapienza e collaboratore de Lavoce.info. Al Governo è
entrato la prima volta con il governo Monti nel novembre 2011 con
l'incarico di sottosegretario al ministero dello Sviluppo
Economico. Nel maggio 2013, alla nascita del governo Letta, viene
promosso viceministro nello stesso ministero, ruolo in cui è
stato confermato il 28 febbraio 2014 nel governo Renzi.